Black out di WhatsApp e di Telegram in Russia nella giornata di oggi 21 agosto 2024. Verso le 14 le due app di messaggistica hanno smesso di funzionare improvvisamente: dopo un’ora è stato rivelato dalla rete pubblica di comunicazioni che c’è stato un attacco informatico. Non sono ancora noti i dettagli del malfunzioamento e i responsabili.

Sembra che ora l’attacco sia stato respinto dalle autorità e le comunicazioni sono riprese. Non si tratta dell’unico sabotaggio verificatosi in questi ultimi due anni. Mosca si sarebbe resa complice in passato di alcuni cyber attacchi ai danni degli Stati membri dell’Ue.

Black out di WhatsApp e Telegram in Russia oggi 21 agosto 2024

Il servizio statale russo di monitoraggio delle telecomunicazioni ha dichiarato oggi pomeriggio di aver registrato interruzioni di massa nelle app di messaggistica Telegram e WhatsApp. Inizialmente non è stato specificato il motivo per cui il servizio non funzionasse più. Meno di un’ora dopo la comunicazione del black out delle due app è stato reso noto che la Russia è stata vittima di un attacco informatico.

Verso le 15 di oggi il sabotaggio da parte di ignoti è stato respinto e le app di messaggistica hanno ripreso a funzionare. Mosca vorrebbe aumentare il proprio controllo su WhatsApp e Telegram dopo aver bloccato nel 2022 – a inizio conflitto con l’Ucraina – Facebook e Instagram.

I cyber attacchi dall’inizio del conflitto in Ucraina

Dallo scoppio della guerra in Ucraina si sono verificati diversi cyber attacchi ai danni di alcuni Stati dell’Unione Europea. Hacker riconducibili al Cremlino avrebbero sabotato lo scorso maggio – un mese prima delle elezioni europee – il sito del Partito Socialdemocratico tedesco. Anche la Repubblica Ceca sarebbe stata vittima degli attacchi cibernetici di Mosca: lo scorso maggio il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky ha comunicato che i malfunzionamenti di Internet erano da ricondurre all’operato degli hacker russi.

Lo scorso 14 dicembre si è verificato un attacco ai siti della Pubblica Amministrazione italiana ad opera di un gruppo che non operava per il Cremlino.