La settimana scorsa i mediatori, Stati Uniti, Egitto e Qatar, hanno tenuto negoziati con Israele su un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi. Hamas ha deciso di non far parte dei nuovi colloqui. In seguito il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è atterrato in Israele per la nona volta dall’inizio della guerra a Gaza. Blinken ha incontrato i leader regionali, tuttavia, la sua visita si è conclusa senza un accordo di tregua. Quali sono gli scenari futuri?
Israele-Hamas, nuovi negoziati su una tregua a Gaza
In settimana le delegazioni interessate torneranno ad un tavolo. I colloqui stavolta si terranno al Cairo e i negoziatori si impegneranno a convincere Hamas. La controparte di Israele aveva annunciato precedentemente di sostenere la proposta del 30 maggio del presidente statunitense, Joe Biden, e la successiva risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Hamas, quindi, ha respinto l’ultima proposta emersa dagli incontri del 15 e 16 agosto che invece è allineata alle richieste di Israele.
Le parti non riescono a trovare un accordo su alcuni punti cruciali, come il numero di ostaggi da liberare e la presenza israeliana nel Corridoio di Filadelfia, che è una striscia di terra su una strada principale al confine tra Egitto e Gaza che conduce al nord della Striscia.
L’unico che si è pubblicamente dichiarato ottimista su un possibile accordo è stato Biden. Anche Antony Blinken aveva riconosciuto, durante la sua visita in Israele, che i negoziati in corso “potrebbero essere l’ultima opportunità” per una tregua nella Striscia di Gaza.
Il possibile accordo è in bilico
Un recente articolo, pubblicato da Politico, con riferimento a due alti funzionari statunitensi e due israeliani, ha riportato un quadro abbastanza pessimista affermando che un “possibile accordo è sull’orlo del fallimento” e non esiste una proposta che potrebbe subentrare.
I funzionari hanno affermato che non è ancora chiaro se il nuovo leader di Hamas, Yahya Sinwar, voglia raggiungere un accordo. Sinwar è stato nominato capo politico di Hamas dopo l’uccisione di Ismail Haniyeh ed è noto come l’ideatore dell’attacco del 7 ottobre in Israele.
Il fronte iraniano
Oltre agli sforzi di tregua, gli occhi sono rivolti anche a Teheran che ha promesso vendetta dopo l’uccisione di Haniyeh sul suolo iraniano. In un recente comunicato, il regime ha affermato che la risposta dell’Iran è una questione separata dagli altri eventi. Teheran rivendica, infatti, il diritto legittimo del paese di rispondere ad un attacco. Nel peggior scenario si teme una guerra regionale estesa che comprende l’Iran e i suoi alleati come Hezbollah e Hamas.