Immobiliare, prezzi case in montagna in salita. A spingere il prezzo sono più fattori, tra cui l’overturism, il cambiamento climatico che spinge ad allontanarsi dalle torride temperature e la possibilità di lavorare da remoto.
Scenari Immobiliari ha messo in evidenza come nel corso dell’ultimo decennio il costo al mq delle case in montagna sia cresciuto vertiginosamente. Si tratta di un vero e proprio boom delle quotazioni delle case ubicate ad alta quota. Non sono solo le location marittime ad attrarre gli investitori, ma anche quelle di montagna attraggono sempre d più e piacciono tantissimo.
Immobiliare, prezzi case in montagna in salita: la classifica
Il portale Scenari Immobiliari ha analizzato un campione di quaranta location marittime e di montagna italiane e ha messo in evidenza che queste ultime occupano le prime sei posizioni in classifica. Ad attrarre i capitali da investire nel mattone non sono solo le rinomate location di mare, ma anche e soprattutto quelle ubicate ad alta quota.
Nel corso degli ultimi dieci anni, la rinomata Cortina d’Ampezzo ha registrato un incremento di quasi 40 punti percentuali. Tra i fattori che contribuiscono a spingere i prezzi delle case a Cortina d’Ampezzo c’è l’overturism e la popolarità della location, che tra due anni ospiterà le Olimpiadi invernali insieme al capoluogo lombardo.
Nella classifica seguono altre località di montagna, tra cui: Ortisei, Madonna di Camaglio, Brunico e San Martino di Castrozza. In un decennio i prezzi degli immobili sono aumentati tra il 30 ed il 34 percento. Le prime sei posizioni in classifica sono occupate da rinomate località ubicate “ad alta quota”. In settima posizione della classifica troviamo la rinomata località di mare sarda Porto Rotondo, i cui prezzi degli immobili hanno registrato un incremento di trenta punti percentuali in un decennio.
Immobiliare, boom affitti brevi nelle rinomate località di montagna
A spingere i prezzi al mq degli immobili nelle rinomate mete turistiche di montagne concorrono differenti fattori, tra cui il rendimento delle locazioni brevi a scopo turistico. La fine dell’emergenza pandemica, il boom dei portali dedicati come Booking e AirBnb, la revisione normativa del comparto hanno spinto i rendimenti derivanti dall’incasso dei canoni di locazione breve rispetto al tradizionale affitto. Nelle rinomate località turistiche il rendimento derivante dagli affitti brevi oscilla tra il tre percento ed il 3,5%.
Come messo in evidenza dall’ultimo report pubblicato dalla Federazione Agenti Immobiliari Professionali, la locazione settimanale di un immobile con quattro posti letto a Madonna di Campiglio varia dai 1.400 euro ai 2mila euro. A Courmayeur il canone di locazione settimanale di una casa varia tra i mille ed i 2mila euro e ad Ortisei varia tra i 1.500 ed i 2mila euro.
Affitti brevi seconde case in montagna: gli ostacoli da valutare
In tutte le rinomate località di mare e di montagna emerge un trend come e diffuso tra tutti i proprietari che hanno ereditato una seconda casa dai genitori e dai parenti. La maggior parte degli stessi punta a dare in affitto l’immobile per assicurarsi un’entrata: tale fenomeno è confermato dai dati ISTAT, i quali confermano che oltre 600mila italiani hanno danno in locazione l’immobile ereditato per una durata temporale inferiore ai 30 giorni.
Nonostante il dilagare del fenomeno degli affitti brevi, i dati ISTAT mettono in evidenza che 1/3 delle seconde case risulta essere inutilizzata e non messa a reddito. Ci sono dei fattori ostativi da valutare attentamente, tra cui i costi di gestione e il fatto che gli immobili sono ristrutturati e ben arredati. Gli oneri di gestione possono essere piuttosto elevati se non ci si affida ad un esperto di marketing. Oltre a questa voce di costo è necessario sommare anche le tasse che devono essere versate a Fisco italiano. Sono aspetti che non devono essere trascurati da parte dei detentori degli immobili da dare in locazione.