Ci ha lasciato Giorgio Poidomani, figura di spicco nel mondo dell’editoria e primo amministratore delegato de Il Fatto Quotidiano. Poidomani, che in passato aveva anche guidato L’Unità, è scomparso all’età di 90 anni.
Chi era Giorgio Poidomani?
Poidomani si è spento il 19 agosto 2024, la causa della morte non è stata resa nota. Lascia la moglie, tre figlie e 6 nipoti.
Professionista di grande calibro, Poidomani aveva conseguito la laurea in chimica industriale al Politecnico di Milano. Negli anni ’60 entrò nella Sir di Nino Rovelli e venne subito mandato a Parigi per espandere il mercato in Francia. Tornato in Italia, si occupò della gestione delle imprese del gruppo che si specializzavano nella produzione di materie plastiche, tra cui la Mvr, nota per aver vinto appalti in Arabia Saudita negli anni Settanta per la costruzione di scuole progettate da Luigi Pellegrin. Dopo l’esperienza nella Sir, passò a Sogene, la società immobiliare del Vaticano, proprietaria di importanti asset come l’hotel Watergate a Washington e la metropolitana di Città del Messico. Durante la sua carriera collaborò con numerose altre aziende, tra cui la società dei fratelli Jacorossi, che nei primi anni Novanta acquisì una quota di Editori Riuniti.
Nel corso degli anni 2000, Poidomani divenne amministratore delegato de L’Unità, lavorando prima con Furio Colombo e successivamente con Antonio Padellaro. Con quest’ultimo, insieme a Marco Travaglio e Peter Gomez, Poidomani fu tra i fondatori de Il Fatto Quotidiano nel 2009. Gli incontri preliminari per la creazione del giornale si tennero proprio nella sua abitazione. “Facevamo le riunioni in questo salotto. Eravamo io, Padellaro, Travaglio e Gomez”, raccontò in un’intervista di qualche anno fa. Padellaro lo definì “il nostro ministro del tesoro senza tesoro” in un articolo scritto per celebrare i 10 anni dalla nascita del giornale. Poidomani fu responsabile della creazione della struttura societaria de Il Fatto e della definizione del business plan, firmando anche i primi contratti di assunzione per i giornalisti e per gli altri membri del team. Rimase in carica fino al 2012.
Oltre alla sua carriera nel mondo dell’editoria, Poidomani era anche un appassionato di rugby. Negli anni ’50 giocò come terza linea ala per il Rugby Milano e vestì anche la maglia della Nazionale.
Molto attivo nel sociale, Poidomani dedicava il suo tempo al volontariato nelle carceri attraverso l’associazione Antigone. “Fino a poco tempo fa, a 89 anni, Giorgio usciva di casa due volte a settimana per raggiungere il carcere di Rebibbia, dove teneva la riunione di redazione con i detenuti che collaborano alla nostra trasmissione radiofonica Jailhouse Rock, realizzando un giornale radio per ogni puntata”, ha ricordato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. “Non amava i salotti. Nella realtà carceraria aveva trovato le relazioni più autentiche dell’ultima fase della sua vita”, ha aggiunto Gonnella. Le direzioni, le redazioni e gli uffici amministrativi de Il Fatto Quotidiano e de ilfattoquotidiano.it esprimono le loro più sentite condoglianze alla famiglia.