Il parlamento dell’Ucraina ha deciso di approvare una legge che vieta le organizzazioni religiose con legami con la Russia. Questa misura proibisce, di fatto, le attività della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, che è formalmente subordinata alla Chiesa ortodossa russa.
L’Ucraina contro la Russia: Kiev mette al bando la Chiesa Ortodossa
I legislatori ucraini hanno approvato, martedì 20 luglio, una legge storica che mira a vietare le organizzazioni religiose considerate in relazione con la Russia. È stata messa al bando la Chiesa ortodossa ucraina affiliata a questo paese. Questa misura è considerata cruciale per la sicurezza nazionale, in un contesto di conflitto che dura dal febbraio 2022. Kiev ritiene, inoltre, che la legge rafforzi l'”indipendenza spirituale”, recidendo i legami con le istituzioni considerate sostenitrici del regime russo.
Il Capo dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina, Andriy Yermak, ha accusato, attraverso Telegram, la Chiesa ortodossa russa di collaborare con il servizio di sicurezza, l’FSB. Yermak ha affermato:
La Chiesa ortodossa russa non ha nulla a che fare con la fede: è uno strumento dei servizi speciali.
L’approvazione della legge
La proposta di legge non è recente. È stata introdotta nel 2023 e ha superato la prima lettura nell’ottobre dello stesso anno. La norma è stata oggetto di numerosi dibattiti all’interno del parlamento ucraino. Il parlamento ha approvato la legge in seconda e ultima lettura con 265 voti favorevoli e 29 contrari. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, deve ancora firmare il provvedimento.
Secondo quanto riportano i media con riferimento al deputato Yaroslav Zhelezniak, la legge entrerà in vigore 30 giorni dopo la sua pubblicazione sul giornale del parlamento. Le comunità della Chiesa ortodossa ucraina avranno un periodo di nove mesi per interrompere completamente i legami con la Chiesa russa.