Il risultato delle elezioni in Venezuela dello scorso 28 luglio continua a far discutere. Gli attori nazionali ed internazionali non riconoscono la vittoria del presidente Nicolas Maduro e insistono nel metterlo sotto pressione chiedendogli le dimissioni. L’opposizione continua ad incoraggiare i propri sostenitori.
Le ultime notizie sulle tensioni nel Venezuela di Maduro
Nicolas Maduro vuole rimanere alla guida del Venezuela fino al 2030 e la leader dell’opposizione, Maria Corina Machado, potrebbe essere arrestata in qualsiasi momento. Dopo circa tre settimane dalle elezioni presidenziali, non si calmano le acque nel paese sudamericano. La leader dell’opposizione mira ad aumentare le pressioni sul presidente finché non riconoscerà la sconfitta elettorale. Secondo i verbali raccolti dall’opposizione, Edmundo Gonzalez Urrutia ha ottenuto il 67 per cento dei voti.
La leader dell’opposizione utilizza i social network abilmente per poter raggiungere un grande pubblico anche all’estero. In seguito dell’appello di Machado, migliaia di persone si sono riunite per protestare contro Maduro in Venezuela e in tutto il mondo. Una mossa significativa dato che a causa della crisi umanitaria milioni di persone hanno lasciato le loro case. Attualmente la comunità venezuelana all’estero conta circa 7,7milioni di persone.
Gli arresti
Nel contesto della crisi nel paese, il governo ha annunciato di aver effettuato oltre 2.400 arresti e registrato 25 decessi. In un recente post su X, l’Ong venezuelana Provea ha accusato il regime di Maduro di aver fatto diventare le sparizioni forzate e le detenzioni arbitrarie una mormalità affermando che non siano più casi isolati:
La presunzione di innocenza, garanzia del giusto processo e del diritto alla libertà, non esiste in Venezuela per coloro che assumono posizioni dissidenti. Ogni dissidente è descritto come un nemico e ogni nemico è presunto colpevole.
En Venezuela las desapariciones forzadas y detenciones arbitrarias pasaron a ser la nueva normalidad bajo la dictadura de Nicolás Maduro.
— PROVEA (@_Provea) August 19, 2024
En 3 semanas más de 2400 fueron víctimas de detenciones, alardeado por el propio Maduro.
Sin respeto a integridad, sin órdenes de detención,… pic.twitter.com/VxHC5jx6RQ
Solo pochi giorni fa, numerosi stati delle Americhe, dell’Unione Europea e dell’Africa avevano sollecitato il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Venezuela, con particolare attenzione al diritto di manifestazione e alla libertà di espressione.
Il procuratore generale del Venezuela, Tarek William Saab, ha avvertito, lunedì 19 agosto, che Machado, “in qualsiasi momento”, potrebbe essere accusata di essere l’artefice intellettuale delle morti provocate dalla repressione poliziesca delle manifestazioni.
Avviare una transizione pacifica
Gonzalez ha dichiarato in un video pubblicato su X di essere aperto ad un dialogo politico e ha invitato il presidente Maduro a compiere un passo verso “una transizione pacifica”. Nonostante Maduro definisca spesso l’ex diplomatico “codardo”, Gonzalez ha esposto le ragioni per cui il presidente dovrebbe lasciare il potere. Ha sottolineato che “la gente è stanca di abusi e corruzione” e ha aggiunto che “aggrapparsi al potere non fa altro che aumentare la sofferenza” dei cittadini.