Il giornalista della Rai, Ilario Piagnerelli, è stato recentemente oggetto di critiche da parte delle autorità russe. Dal Cremlino, infatti, sono giunti nuovi attacchi rivolti ai media italiani, che seguono il caso della collega Stefania Battistini e dell’operatore Simone Traini, anch’essi della Rai. Piagnerelli avrebbe intervistato un combattente ucraino legato a movimenti neonazisti, il quale durante l’intervista indossava un berretto con un simbolo delle SS. Anche Piagnerelli ha risposto a queste accuse con la sua versione dei fatti.

Chi è Ilario Piagnerelli?

Ilario Piagnerelli è inviato per gli Esteri a RaiNews24, con un’esperienza che lo ha visto coprire alcuni dei principali eventi internazionali. Ha seguito da vicino gli attacchi terroristici in Europa, monitorato la rotta migratoria dei Balcani, e documentato il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan. Inoltre, ha raccontato i devastanti incendi che hanno colpito il Brasile e l’Australia, e si è occupato di casi come quello di Silvia Romano in Kenya. Ha anche seguito da vicino i movimenti per la democrazia in Venezuela, Hong Kong e Cuba.

Per anni, Piagnerelli ha accompagnato i ministri degli Esteri italiani nei loro viaggi diplomatici. Dal primo giorno dell’invasione russa, è stato dispiegato in Ucraina e si è distinto come uno dei primi giornalisti a entrare a Bucha, la cittadina alle porte di Kyiv, diventata tristemente famosa per i massacri avvenuti. Ha studiato Editoria e Giornalismo e ha frequentato la scuola di giornalismo presso l’Università Lumsa di Roma. I suoi primi passi nel giornalismo li ha mossi nel documentarismo scientifico per National Geographic e altri network, per poi passare a programmi di attualità su La7. In Rai, ha lavorato a Porta a Porta e al TgR Umbria.

Perché la Russia ce l’ha con Piagnerelli?

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha attaccato Piagnerelli, accusando i media italiani di “celebrare i neonazisti ucraini, che appaiono nei loro servizi con simboli delle SS”. L’immagine controversa è stata trasmessa in un recente reportage di Piagnerelli.

Zakharova ha ricordato che questo non è il primo episodio del genere per il corrispondente, che in passato aveva raccontato vicende legate a Bucha e a un membro del gruppo neonazista Settore Destro. “Ora ha superato un nuovo limite, mostrando un uomo con un berretto decorato con l’emblema della divisione SS ‘Leibstandarte Adolf Hitler'”, ha dichiarato la portavoce.

Zakharova ha sottolineato che tale divisione era un’unità d’élite, formata originariamente dalla guardia personale di Hitler, e responsabile di crimini di guerra durante la Seconda guerra mondiale. Questo rappresenta il secondo attacco russo ai giornalisti italiani, dopo l’avvio di un procedimento penale contro Stefania Battistini e Simone Traini, che sono stati richiamati in Italia. I due sarebbero stati accusati di “aver attraversato illegalmente il confine di Stato della Federazione Russa e di aver filmato un video nel villaggio di Sudzha, nella regione di Kursk”.

Piagnerelli ha espresso il suo dispiacere per le accuse tramite un post su X. Ha dichiarato: “Sono cresciuto con un nonno partigiano e sono stato educato ai valori della Costituzione. Mi rammarico profondamente di aver dato voce, anche se solo per pochi secondi, a un soldato ucraino che, solo dopo la trasmissione del servizio, ho notato indossare una patch con un simbolo nazista”. Questo episodio rappresenta per lui una sfortunata svista che lo ha lasciato amareggiato. Piagnerelli ha inoltre sottolineato di aver compiuto ben 15 missioni in Ucraina negli ultimi due anni e mezzo, durante le quali ha realizzato numerosi servizi e collegamenti in diretta. Ha infine lodato il lavoro della Rai, che continua a coprire il conflitto con impegno, nonostante gli attacchi ricevuti, e ha ribadito che “il nostro lavoro continuerà a essere libero da condizionamenti e improntato al massimo rigore”.

Questi eventi si inseriscono in un clima di forte tensione tra Italia e Russia riguardo alla copertura giornalistica della guerra russo-ucraina.

In seguito all’incidente che ha coinvolto Battistini e Traini, l’amministratore delegato e presidente della Rai, Roberto Sergio, aveva deciso di far rientrare i due per garantire loro sicurezza e protezione. In un video del 16 agosto, lo scrittore filorusso Nicolai Lilin aveva attaccato i due giornalisti, definendoli “deficienti” e avvertendoli di possibili ritorsioni da parte della Russia.