Ancora oggi, 19 agosto 2024, il tema della cittadinanza, dell’opportunità di semplificare la legge che consente a tutti di avere una carta d’identità e i relativi diritti in tasca, è all’ordine del giorno. In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, il segretario di Forza Italia Antonio Tajani, rispondendo a una domanda sui diversi orientamenti nel centrodestra per quanto riguarda la cittadinanza per i figli di stranieri nati o cresciuti in Italia, l’ha messa così: “Noi non siamo vicini, o peggio, a traino della sinistra. Tantomeno facciamo ‘inciuci’. Tutto quello che pensiamo lo diciamo, ci muoviamo alla luce del sole. Sullo ius scholae la nostra posizione è la stessa da molto tempo. Berlusconi era favorevole, e a destra non è un tabù. Non è un argomento di sinistra, è una presa d’atto rispetto a una realtà che cambia. E noi non abbiamo intenzione di lasciare alla sinistra una posizione che è e può essere di centrodestra. I diritti non sono della sinistra, sono di tutti”. Inoltre, il numero uno forzista, rivolgendosi ai suoi alleati di governo contrari a rivedere la legge sulla cittadinanza, ha proseguito con queste parole: “Nessuno può dire all’altro ‘non devi parlare di questi temi’ o ‘fai un favore alla sinistra’: non prendiamo lezioni su come ci si oppone alla sinistra e non rinunciamo ai nostri principi”. Ma, fuori dai palazzi del potere, come viene vissuta la possibilità di riformare la legge sulla cittadinanza? In viale Giotto, a Roma, sede della storica associazione Uisp, l’Unione Sport per tutti, dopo la vittoria dell’oro olimpico delle ragazze della pallavolo che ha avuto il merito di accendere questo dibattito, si incrociano le dita.

Cittadinanza italiana per stranieri, all’Unione Sport per tutti incrociano le dita

Tag24.it ha avuto l’opportunità di parlare con Simone Menichetti, 40 anni, da 4 presidente della sezione romana della Uisp, l’Unione Sport per tutti. Si tratta di una organizzazione che in Italia associa qualcosa come 35 mila atleti da 1 a 99 anni e circa 400 associazioni sportive dilettantistiche.

D Menichetti, magari questa è davvero la volta buona che la legge per la cittadinanza italiana venga riformata. Sarebbe un beneficio anche per lo sport, dove ogni federazione si regola come vuole: giusto?

R “Noi ce lo auguriamo vivamente da anni: le procedure devono essere semplificate perché deve essere riconosciuto italiano chi di fatto già lo è. Sempre e ovunque”.

D Un compromesso potrebbe essere trovato con lo ius scholae.

R “Sarebbe il benvenuto. Ma non siamo particolarmente ottimisti”.

D Perché?

R “Perché ci rendiamo conto che il Governo Meloni è sostenuto da una maggioranza politica che è stata eletta sulla base di ben altri principi”.

D Una volta al Governo, però, bisogna fare i conti con la realtà.

R “Allora non mettiamo limiti alla Provvidenza. A patto di una cosa, però”.

D Cosa?

R “Che non si giunga a un compromesso che equivalga a un papocchio. A una legge che non sia chiara”.

La testimonianza dello sport di base: “I podi conquistati dai ragazzi italiani di seconda o terza generazione”

D Dicevamo però, della realtà. Qual è quella che voi fate presente a chi ci governa?

R “Questa qui: come Uisp, raggruppiamo società sportive che praticano tutte le discipline. E già da tempo non è affatto raro vedere podi interamente occupati da ragazzi italiani di seconda o terza generazione”.

D C’è chi, invece, si attarda ancora sui tratti somatici.

R “Anche Bruno Vespa, che ha scritto? Che Paola Egonu e Myriam Sylla sono esempi di integrazione. Ma di che? Sono italiane e basta”.

D La Uisp ha avuto la fortuna di avvalersi di uno dei massimi esperti di razzismo e sport che abbiamo mai avuto in Italia, Mauro Valeri. Che direbbe oggi?

R “Sorriderebbe: con i suoi studi, i suoi libri ci ha lasciato un patrimonio inestimabile”.

D Il razzismo persiste anche nello sport?

R “Diciamo che qualche passettino in avanti per combatterlo lo stiamo facendo anche in Italia”.

D Ci vuole ancora pazienza?

R “Ma dal punto di vista culturale, il Paese reale è già molto più avanti della politica. E lo sport di base, da questo punto di vista, anticipa anche quello professionistico”.