Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è giunto in Israele domenica 18 agosto per la nona volta dall’inizio del conflitto a Gaza. La visita si inserisce negli sforzi degli Stati Uniti per negoziare un accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Si spera che una tregua nella Striscia possa contribuire anche a ridurre le tensioni crescenti con l’Iran e i suoi alleati, in particolare dopo l’uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, e dell’alto ufficiale di Hezbollah, Fouad Shukur.
Tregua a Gaza, la visita di Antony Blinken in Israele oggi 19 agosto 2024
Gli Stati Uniti sono ottimisti riguardo a un possibile accordo tra Israele e Hamas, con il presidente Joe Biden che ha dichiarato che un’intesa è “più vicina che mai” dopo due giorni di colloqui a Doha. Nonostante l’impegno dei mediatori, tra cui Stati Uniti, Egitto e Qatar, ai negoziati ha partecipato solo la delegazione israeliana.
I funzionari statunitensi sperano di raggiungere un accordo entro la settimana, con un nuovo round di incontri previsto nei prossimi giorni al Cairo. Tuttavia, il fronte di Hamas non mostra segnali positivi, definendo i negoziati un”illusione”. Sami Abu Zuhri, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha dichiarato all’AFP:
Non siamo di fronte a un accordo o a vere negoziazioni, ma piuttosto all’imposizione di diktat americani.
Durante la sua visita in Israele, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha incontrato il presidente israeliano, Isaac Herzog. Blinken ha riconosciuto che i colloqui in corso “potrebbero essere l’ultima opportunità” per una tregua a Gaza. Il Dipartimento di Stato degli Usa ha dichiarato che durante l’incontro con Herzog, Blinken ha sottolineato “l’urgente necessità” di finalizzare un accordo tra le parti. L’obiettivo principale è il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza ma anche la creazione di “condizioni che possano favorire una maggiore stabilità nella regione”. Herzog, a sua volta, ha attribuito a Hamas la responsabilità del fallimento nel raggiungere un accordo sugli ostaggi ma ha espresso ottimismo riguardo all’andamento dei negoziati.
Blinken ha avuto un incontro a porte chiuse di due ore e mezza con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a Gerusalemme. Netanyahu ha confermato la presenza di una delegazione israeliana per i negoziati al Cairo. Durante la giornata, il segretario statunitense ha incontrato anche il ministro della Difesa, Yoav Gallant, a Tel Aviv.
La situazione attuale
Mentre a Gaza il bilancio ha superato le 40mila vittime, l’esercito israeliano continua le sue operazioni nelle città di Khan Younis e Deir al-Balah. Secondo quanto riportato dai funzionari sanitari dell’ospedale Al-Aqsa, domenica sera, un attacco aereo israeliano nella Striscia ha provocato la morte di sette membri di una famiglia, inclusi sei bambini e la loro madre. L’attacco suicida avvenuta lo stesso giorno a Tel Aviv, è stato rivendicato dall’ala armata di Hamas, le Brigate Al-Qassam.
Le posizioni dell’Iran
L’attenzione rimane focalizzata su Teheran, che ha promesso di vendicare l’uccisione di Haniyeh e Shukur, due figure alleate dell’Iran. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, ha dichiarato che negli ultimi mesi Teheran ha impiegato le sue risorse diplomatiche per cercare di fermare il conflitto nella Stricia di Gaza. Kanaani ha sottolineato che il suo paese accoglie con favore qualsiasi “sincero sforzo” volto a raggiungere una tregua ma ha precisato che la risposta iraniana e gli sforzi per una tregua sono due questioni distinte:
Eravamo e siamo il più forte e importante sostenitore regionale e internazionale del cessate il fuoco e continuiamo a lottare e a sostenere azioni in questa direzione. Ma questa questione non ha nulla a che fare con il diritto legittimo e legale dell’Iran di rispondere all’aggressore e punire il regime sionista per l’assassinio del martire Haniyeh.