Chi è Simone Moro, il giovane 27enne colpito da un malore nella sera di sabato 17 agosto 2024 mentre era alla guida della propria automobile lungo la strada delle Mire, a Tarzo, in provincia di Treviso.
Nonostante il ricovero e le cure dei medici dell’ospedale Ca’ Foncello il ragazzo non ce l’ha fatta e si è spento dopo ore di agonia.
Chi è Simone Moro: l’improvviso malore
Ora la famiglia del giovane chiede venga fatta chiarezza sulla sua scomparsa dal momento che il giovane era in salute e aveva sempre praticato attività sportiva.
Simone era nato nel 1997 ed era residente a Col San Martino, frazione di Farra di Soligo, in provincia di Treviso. Dopo il diploma in Agraria a Castelfranco Veneto, Simone aveva aperto tre anni fa la sua ditta di giardinaggio, Moro Giardini”, dove lavorava con passione. Simone inoltre, stava per diventare zio, notizia che lo aveva reso molto felice.
Nel pomeriggio di sabato, quando ha accusato l’improvviso malore aveva da poco terminato una ferrata sul Monte Civetta, nelle Dolomiti Bellunesi, in compagnia di un amico.
I due, in serata erano saliti in auto. Il 27enne era al posto di guida mentre l’amico sedeva accanto a lui ed entrambi stavano facendo ritorno verso casa quando, più meno nel territorio di Tarzo, Simone è stato colpito da un malore.
Per fortuna, è riuscito ad accostare e l’amico ha immediatamente chiamato il 118. I sanitari sono arrivati sul posto con l’elicottero e lo hanno soccorso portandolo all’ospedale più vicino.
L’amico che era con lui e che per primo ha tentato di rianimarlo quando si è accasciato al volante, è ancora sotto shock per quanto accaduto.
La vittima era un atleta, amava tenersi in forma e lo sport. Si allenava con la Sprint Vidor, una società locale di ciclismo. La carriera agonistica di Simone non lo aveva fatto trionfare ma è stato sempre presente nelle gare impegnative.
Ora la famiglia di Simone comprensibilmente sconvolta chiede venga effettuata l’autopsia sul corpo del giovane per capire con certezza cosa sia accaduto al 27enne. I suoi cari, dopo il trasporto d’urgenza all’ospedale, sapevano che le condizioni di Simone erano drammatiche, ma si erano aggrappati ad un piccolo barlume di speranza che purtroppo non è servito.
La data dei funerali verrà fissata solo dopo l’esito dell’autopsia.
Il cordoglio della comunità
La notizia dell’improvvisa morte del giovane di Col San Martino, dove Simone era molto conosciuto ha lasciato tutti sconvolti.
Il sindaco Mattia Perencin ha infatti voluto scrivere un breve messaggio di cordoglio alla famiglia del ragazzo:
“Un dolore profondo colpisce la nostra comunità. Ci stringiamo tutti nel dolore per la tragica perdita di Simone Moro, un ragazzo che conoscevamo e apprezzavamo. Una notizia terribile per tutta la nostra comunità, di quelle che non vorremmo mai ricevere, siamo tutti sotto shock. Simone era una persona speciale, sempre con il sorriso, un grande lavoratore e uno sportivo appassionato. Qualche anno fa, con grande gioia, avevamo inaugurato insieme la sua nuova attività di giardiniere. La sua mancanza si farà sentire profondamente. Ci uniamo al cordoglio della famiglia: papà Franco, mamma Mary, il fratello Nicola e tutti i loro cari”.
A ricordarlo poi anche lo Sprint Vidor “La Vallata”, la società ciclistica di cui Simone ha fatto parte per diverso tempo che sui social si è unita al cordoglio della famiglia. Ricordando Simone come un ragazzo speciale che rimarrà per sempre nel cuore della società.
Dolore ed incredulità infine, per il papà di Simone, Franco Moro che poco prima del malore del figlio aveva ricevuto una sua telefonata in cui raccontava l’esito dell’escursione.
“Papà, l’escursione è stata bellissima! Stasera ti faccio vedere le foto, mi sono divertito tantissimo. Parto adesso, ci vediamo a casa”. Erano queste le parole che il padre di Simone ricorda con precisione dalla telefonata di sabato pomeriggio con suo figlio Simone.
Il giovane non vedeva l’ora di mostrare le foto di quelle cime mozzafiato al padre, appassionato quanto lui di montagna. Era stato proprio Franco a trasmettergli l’amore per l’alta quota. “Gli ho fatto i complimenti per l’impresa e gli ho detto che lo aspettavo a casa,” conclude Franco.