Una tempesta giudiziaria si sta per abbattere sul governo di Giorgia Meloni? Ad esserne convinto è Alessandro Sallusti, il direttore de Il Giornale. Nell’editoriale dell’edizione di oggi 18 agosto 2024, Sallusti ritiene che la sorella della premier, Arianna Meloni, potrebbe esser indagata per traffico d’influenze.
Nel mirino di questa possibile indagine, orchestrata dalla magistratura politicizzata, dalle opposizioni e dai quotidiani ostili a Meloni, ci sarebbero le indebite ingerenze che Arianna avrebbe espresso nelle nomine di alcune aziende molto importanti.
Accuse che portano FdI a difendere la sorella della premier, accusando Italia Viva di avere un ruolo nel possibile complotto: “Sono mesi che Arianna subisce un’offensiva senza precedenti, fondata su volgari illazioni“.
Arianna Meloni indagata per traffico d’influenze? L’editoriale di Sallusti compatta FdI: “Cospirazione di sinistra per fermare il governo”
L’idea dei complotti giudiziari per intralciare l’attività governativa agita il post Ferragosto di Fratelli d’Italia. Forse memori del “ribaltone” che costrinse Silvio Berlusconi a chiudere la sua prima esperienza governativa nel 1995, oggi 18 agosto 2024 alcuni degli esponenti di peso di FdI si sono compattati nella difesa di Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia e responsabile della segreteria politica e del tesseramento del partito.
Motivo? Secondo un editoriale dell’edizione odierna de Il Giornale, firmato dal direttore Alessandro Sallusti, Arianna potrebbe esser a breve indagata per traffico d’influenze. Nei giorni scorsi alcuni quotidiani, come Repubblica ed Il Fatto Quotidiano, avevano indicato un possibile coinvolgimento della sorella della premier nelle nomine di alcune aziende importanti, come la Rai o Ferrovie dello Stato.
Citando la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita, Sallusti adombra una possibile saldatura fra opposizioni e magistratura schierata, considerando come pretestuoso capo d’accusa un’indebita influenza sulle nomine, preferendo certi profili ad altri. La sola idea di un’azione del genere da parte di Arianna Meloni fa scattare tanti esponenti di FdI in sua difesa.
Al grido di “vogliono indagare Arianna Meloni!“, uno dei primi a farsi sentire è Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione di FdI. Nel suo video denuncia viene dichiarato chiaramente che certi ambienti faranno di tutto pur di intralciare l’attività della premier:
Dietro a tutto questo potrebbe esserci il tentativo di inquinare la democrazia, condizionare, indebolire e ricattare il governo Meloni tramite questo colpo basso e surreale proprio ad Arianna. Ovviamente, se fosse vero, l’inchiesta si smonterebbe da sola, ma dopo anni. Nel frattempo avrebbero provato a fermare le riforme, giustizia compresa, e magari fatto rimettere le mani dei soliti lobbisti proprio su quelle nomine.
Tommaso Foti, capogruppo FdI alla Camera, si accoda rispolverando in modo ironico un vecchio slogan che i repubblicani spagnoli usavano per compattarsi contro la minaccia franchista: “Non passeranno!“. Per Foti, non passeranno quei tentativi delle opposizioni che altro non sanno fare che attaccare personalmente la sorella della premier, animate soltanto da invidia e livore.
In FdI si susseguono le manifestazioni di solidarietà: da Andrea Delmastro ad Andrea De Priamo (senatore meloniano), da Manlio Messina (vicecapogruppo vicario FdI alla Camera) a Lucio Malan (presidente dei senatori di Fratelli d’Italia) sono tutti a favore di Arianna. A titolo d’esempio valga la nota pubblicata proprio da quest’ultimo:
In questa brutta storia due cose sono certe. La prima è che Arianna Meloni non ha alcun potere decisionale su nessuna nomina; la seconda è che Giorgia Meloni non è tipo da farsi intimidire dalle minacce, neppure se coinvolgono una delle persone a lei più care al mondo. Il tentativo di cucire addosso ad Arianna Meloni un ruolo che non ha per mettere in difficoltà la sorella e l’intero governo è ormai palese, mandanti ed esecutori cominciano ad avere nomi e volti.
Dalle opposizioni le prime reazioni. Renzi e Paita (Italia Viva): “Da FdI solo complotti ed insulti. Vogliamo risposte dalla premier”
Col passare delle ore il clima si fa più rovente e non si parla soltanto del solleone di fine agosto. Tirati in ballo personalmente, Matteo Renzi e Raffaella Paita di Italia Viva sono i primi esponenti dell’opposizione a respingere le accuse e a ribattere all’ipotesi di un complotto giudiziario agitato dai meloniani.
Il minimo comun denominatore che lega i due interventi è l’idea stessa di colpo giudiziario organizzato dalle sinistre e dalla magistratura politicizzata, che userebbe Arianna Meloni per colpire la sorella premier. Il linguaggio violento utilizzato da diversi esponenti di peso di FdI, inoltre, non serve a porre le basi per un dibattito che pure avrebbe i suoi motivi d’interesse, ma contrappone violentemente due fazioni irriducibili.
E’ quanto può esser dedotto dal tweet della senatrice di Italia Viva Paita, che difende non solo sé stessa e Renzi, ma anche l’attività di giornalismo investigativo fatto da Repubblica ed Il Fatto Quotidiano:
Quello che ho fatto e continuerò a fare è svolgere a pieno il ruolo di senatore, che in una democrazia parlamentare ha, fra gli altri, il compito di chiedere conto al governo del suo operato: è pertanto perfettamente legittimo che chieda conto dell’eventuale ruolo di Arianna Meloni nelle nomine di cui la stampa ha parlato. Così come il giornalismo indipendente, come quello di Repubblica oggi sotto attacco, ha il diritto di fare.
Il leader di IV, invece, dedica un lungo tweet all’argomento, considerato che (come detto) è stato chiamato direttamente in causa. Non tanto come orchestratore del “complotto”, quanto piuttosto come sobillatore di un certo animo da parte di tante persone che non vedevano l’ora di colpire il governo di Meloni.
C’è un passaggio del tweet che ben esemplifica l’animo di Renzi:
Vi immaginate? Io che organizzo complotti assieme ai giudici, io!, perché arrivi un avviso di garanzia. E ovviamente da stamani quelli di Fratelli d’Italia rilanciano la notizia, a cominciare dal coordinatore Donzelli: segno evidente che è una strategia comunicativa preparata a tavolino. Se qualcuno pensa di fermare le iniziative democratiche di Italia Viva e dei suoi gruppi parlamentari, beh, quel qualcuno sappia che quelli come noi hanno subito vere e proprie aggressioni giudiziarie e social. Gli insulti di chi non sa risponderci nel merito non ci fermano, ma ci stimolano ad andare avanti con ancora più determinazione.
Infine, la richiesta politicamente rilevante: avere Giorgia Meloni in parlamento affinché parli del caso sollevato da Il fatto Quotidiano e Repubblica sulle possibili ingerenze della sorella Arianna nelle nomine di importanti aziende anche statali:
Chiediamo a Giorgia Meloni di prendere le distanze da chi insulta e rispondere in Parlamento nel merito alle nostre interrogazioni. E chiediamo al direttore Sallusti di smentire formalmente che ci sia un ruolo del sottoscritto o di Italia Viva in eventuali indagini giudiziarie su Arianna Meloni.