Chi è il 19enne ucraino che ha inciso le proprie iniziali sul Colosseo? Ancora una volta un turista ha pensato di scrivere il proprio nome su uno dei monumenti più iconici del patrimonio italiano. Una parete del Colosseo è stata danneggiata da un ragazzo di 19 anni mentre era in vacanza a Roma.

L’episodio si somma ai recenti avvenimenti sia sulle pietre dell’antico anfiteatro romano che su diversi altri monumenti sparsi per tutta Italia.

Chi è il 19enne ucraino che ha inciso le proprie iniziali sul Colosseo: fermato da un’altra visitatrice

Il giovane turista era in vacanza a Roma insieme a due amici. Nella giornata di venerdì 16 agosto 2024, il gruppetto aveva deciso di visitare il Colosseo. Erano all’incirca le ore 14:00 quando il 19enne è stato sorpreso mentre stava incidendo le proprie iniziali su una parete tra il primo anello e l’atrio.

Una donna, anch’essa visitatrice all’interno del Colosseo, ha notato come il giovane avesse già in mano un oggetto aguzzo con cui deturpare il monumento. Il 19enne era già infatti appoggiato ad una parete, nell’atto di asportare il materiale roccioso per incidere due lettere, rispettivamente iniziali del proprio nome e cognome.

Un modo per testimoniare il suo passaggio, da far notare anche le migliaia di turisti che affollavano il sito archeologico durante la settimana di Ferragosto 2024.

Solo grazie all’intervento della donna l’autore è stato prontamente punito, dato che nessun altro visitatore né il personale di controllo avevano percepito la gravità delle sue azioni. La visitatrice ha subito fatto scattare l’allarme e così sul posto è intervenuta una squadra di vigilanza.

Cosa rischia?

Il 19enne è stato prontamente fermato e tratto in custodia, in attesa dell’arrivo degli agenti della polizia del Commissariato Celio.

Le forze dell’ordine hanno verbalizzato l’accaduto, raccogliendo ogni elemento utile al procedimento penale nei suoi confronti. Si è quindi proceduto con la formalizzazione della denuncia nei suoi confronti. Il 19enne è ora accusato di deturpamento e deterioramento di beni culturali.

Il codice di diritto penale italiano prevede una pena molto salata per questo tipo di reato. In particolare il soggetto può rischiare la carcerazione da due a cinque anni oltre ad una pesante sanzione economica di 15 mila euro.

Il commento del sindaco di Roma

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è stato uno dei primi a commentare l’accaduto. Si è dapprima congratulato con la tempestività del personale di sicurezza all’interno del Colosseo e con l’intervento successivo della Polizia per fermare l’autore del gesto.

Senza mezzi termini ha descritto il 19enne un teppista e le sue azioni un atto vandalico. Il primo cittadino ha poi concluso la sua nota con un duro sfogo in merito a chi non ha rispetto per il vastissimo e importantissimo patrimonio storico culturale della nostra Capitale.

Purtroppo un numero sempre maggiori di visitatori ritiene giustificato il deturpamento del Colosseo con l’incisione delle proprie iniziali. L’estate scorsa gli episodi furono molteplici. Nel mese di giugno del 2023 un turista bulgara era stato colto in flagranza di reato mentre stava scalfendo le mura del Colosseo con una chiave in modo da lasciare l’indelebile marchio del suo passaggio.

Solo qualche giorno dopo il sito archeologico è stato nuovamente sfregiato da una ragazzina svizzera di soli 17 anni, in vacanza a Roma con la famiglia. Anche in questo caso la giovane aveva inciso le proprie iniziali ed venendo fermata da una guida italiana.

Ma il Colosseo non è l’unico monumento deturpato dai visitatori. Sono almeno tre i gravissimi episodi capitati di recente all’interno del sito archeologico di Pompei. Il primo caso risale al giugno 2024 quando ad essere imbrattata con un pennarello indelebile era stata la domus romana del Parco archeologico di Ercolano. Il secondo riguarda un visitatore kazako che, solo qualche giorno dopo, aveva sfregiato la “Domus della Caccia” di Pompei. Il 7 agosto 2024, invece, un turista inglese di 37 anni ha inciso le sue iniziali e quelel delle sue due figlie nella “Casa delle Vestali”.