Ci sono delitti che scuotono, imprimendosi nell’immaginario collettivo. Delitti commessi con crudeltà da persone insospettabili, per motivi futili o abietti, che ci spaventano e che, per questo, ci attraggono. Delitti che restano per sempre legati al luogo in cui sono avvenuti: Novi Ligure, Erba, Garlasco, Perugia, Avetrana. Ecco i più famosi dal 2000 ad oggi.

I delitti italiani più famosi, da Novi Ligure ad Erba passando per Cogne

È il 21 febbraio del 2001 quando a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, una ragazza scalza e sporca di sangue ferma al volo un’auto in transito nelle vicinanze della sua abitazione e dà l’allarme: sua madre Susy e suo fratello Gianluca, di 12, sono stati uccisi.

Si chiama Erika Di Nardo, ha 16 anni. Due giorni dopo gli inquirenti la arrestano insieme al fidanzato 17enne Mauro Favaro, detto “Omar”, con l’accusa di duplice omicidio: dalle indagini a loro carico sarebbe emerso che avevano aspettato che le vittime rincasassero per poi colpirle con 96 coltellate.

Il movente? Riuscire a “vivere in una dimensione di libertà assoluta” nella casa del delitto: anche il padre di Erika, secondo il loro piano, avrebbe dovuto morire. La notizia fa il giro del Paese, sconvolgendo tutti. Appena un anno dopo, il 30 gennaio del 2002, i giornali ne danno una simile: il piccolo Samuele Lorenzi, di 3 anni, è stato trovato morto nel letto dei genitori nella loro casa di Cogne.

Ad ucciderlo, come si scoprirà diverso tempo dopo, era stata la madre Annamaria Franzoni, che si è sempre proclamata innocente. Si tratta di delitti che ancora oggi in molti ricordano, come quello di Erba, il caso di pluriomicidio che ha portato in carcere, con una condanna all’ergastolo, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi.

Garlasco, Perugia e Avetrana: tre casi di omicidio che hanno sconvolto l’Italia

Tra i più noti c’è anche l’omicidio della 26enne Chiara Poggi da parte del fidanzato Alberto Stasi, che tra pochi anni – avendo beneficiato del rito abbreviato – potrebbe già tornare in libertà. Si consumò a Garlasco, in provincia di Pavia, il 13 agosto del 2007.

Qualche mese dopo, il primo novembre, ad essere uccisa fu la stundetessa inglese Meredith Kercher in via della Pergola, a Perugia. Un delitto che per certi versi non è stato mai davvero risolto: l’unico a finire in carcere è stato l’ivoriano Rudy Guede.

Secondo i giudici, però, al momento dei fatti non era solo. Come non era sola Sabrina Misseri quando, il 26 agosto del 2010, si macchiò dell’omicidio della cugina Sarah Scazzi: anche la madre, Cosima Serrano, è stata riconosciuta colpevole.

Il papà Michele Misseri, dopo aver scontato una condanna per la sola soppressione del cadavere della ragazza, è tornato, invece, libero. Per sempre, da tutti, sarà ricordato come uno dei protagonisti del “delitto di Avetrana“, che ad oggi è ancora tra i più nominati insieme a quello di Yara Gambirasio (che ha addirittura ispirato una docu-serie Netflix).

Tra i casi più recenti, quelli di Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin: la prima è stata uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello a Senago, nel Milanese; la seconda dall’ex fidanzato Filippo Turetta tra Vigonovo e Fossò, nel Veneziano.

Entrambe erano giovani e avevano ancora tutta la vita davanti: la prima avrebbe a breve dato alla luce il suo primo bambino; la seconda si sarebbe invece laureata, provando a coronare il suo sogno di diventare un’illustratrice di libri per ragazzi. Non ne hanno avuto la possibilità.