Non è ancora il momento per allarmarsi, ma quando si tratta di virus e di malattie quest’estate sta continuando a riservare sorprese. Oltre al vaiolo delle scimmie, in Europa si sono registrati 19 casi di “virus della pigrizia” o ” febbre di Oropouche“, di cui uno in Italia: moscerini infetti e alcuni tipi di zanzare (la Culex quinquefasciatus) sono responsabili di questa malattia.
Al momento i casi riguardano persone che si sono recate in Sud America o nei Caraibi, dove il “virus della pigrizia” è diventato endemico. Vediamo cos’è e quali sono i sintomi di questa malattia.
Virus della pigrizia, una nuova malattia tropicale è arrivata in Italia: quali sono i sintomi e cos’è
Non c’è solo il vaiolo delle scimmie a preoccupare l’Oms: l’estate ha portato con sé anche un’altra malattia che in questi mesi è stata monitorata attentamente dalle autorità sanitarie. Si tratta del “virus della pigrizia“, conosciuto anche come “febbre di Oropouche“, una malattia tropicale trasmessa dalla puntura di moscerini infetti.
A dispetto di quanto suggerirebbe il nome, contrarre questo virus non rende più pigri o più lenti: anzi, i sintomi sono simili a quelli del virus Zika e quindi comprendono febbre alta e improvvisa, mal di testa duraturo, dolori muscolari e articolari. C’è anche una percentuale di casi in cui il “virus della pigrizia” ha avuto risvolti anche neurologici, perché ha coinvolto il sistema nervoso e causato infiammazione attorno al midollo spinale e al cervello.
Il bradipo è uno degli animali che fa da incubatore di questa febbre, così come alcuni casi hanno coinvolto scimmie cappuccine o urlatrici. Non risultano ancora casi di trasmissione da uomo a uomo, ma chi ha contratto il virus ha come tratto comune quello di esser tornato da viaggi dai paesi dell’America del Sud e dai Caraibi.
L’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha nel frattempo diramato un alert per invitare le persone ad essere attente qualora raggiungessero i luoghi in cui questa febbre è diventata endemica:
Il rischio di infezione da virus Oropouche per i cittadini che viaggiano o risiedono in aree epidemiche in Sudamerica, America Centrale e nei Caraibi viene attualmente valutato come moderato. Tuttavia il rischio aumenta per chi visita aree altamente colpite, in particolare negli stati settentrionali del Brasile o nella regione amazzonica, e aumenta anche per chi non adotta adeguate misure di protezione personale.
Non esistendo un vaccino, queste misure riguardano l’uso di pantaloni e camice a maniche lunghe per i periodi all’esterno, così come quello di repellenti per insetti tropicali.
Un caso di “virus della pigrizia” in Italia: c’è da preoccuparsi? Qual è la situazione
L’idea di un’altra malattia potenzialmente letale ha cominciato a preoccupare diverse persone, anche se in questo momento la ribalta mediatica se l’è conquistata il vaiolo delle scimmie, i cui primi casi al di fuori dei territori africani hanno allarmato Europa ed Asia.
Il “virus della pigrizia”, come detto, non va sottovalutato e in un periodo dell’anno come l’estate, dominato da spostamenti e contatti con persone provenienti da tanti luoghi diversi, potrebbe aumentare il rischio di esposizione alla malattia. Non va dimenticato, inoltre, come il generale aumento delle temperature porta specie di insetti prima aliene ai territori europei a vivere e a riprodursi in nuove zone.
Al momento in Italia è stato registrato un solo caso di febbre di Oropouche, in Veneto: la paziente che l’ha contratta si era recata nella regione tropicale caraibica agli inizi di questo giugno. Nel resto d’Europa, invece, sono stati segnalati altri 18 casi, principalmente in Germania e Spagna, tutti legati a viaggi a Cuba o in Brasile.
In Bolivia, Colombia, Perù e in Brasile il “virus della pigrizia” è endemico da tempo (migliaia i casi si sono registrati in pochi mesi) e due persone sono decedute a causa di questo virus.