È arrivato a quota 67 il bilancio delle vittime della profonda crisi del sistema penitenziario italiano. Stavolta la tragedia è avvenuta nel carcere di Parma: chi è il giovane si è suicidato nella sua cella nel pomeriggio di ieri, 15 agosto 2024? Una morte pesante, dopo l’approvazione del dl Carceri.
Chi è il detenuto suicidato in carcere a Parma? Spp denuncia: “È una strage di Stato”
Battaglia quotidiana quella dei detenuti delle carceri italiane, che fra il caldo estremo, il sovraffollamento e la mancanza di qualsiasi prospettiva futura, lottano per la loro sopravvivenza all’interno delle celle dove sono rinchiusi.
Purtroppo, quando lottare diventa troppo difficile la morte è l’unica soluzione possibile. O almeno, è questo il pensiero comune di chi, in quei pochi metri di spazio, si sente soffocare. Probabilmente è stato questo il pensiero anche dell’ultima giovane vittima, il detenuto che si è tolto la vita nel carcere di Parma nel pomeriggio di ieri, ferragosto.
Sono ancora sconosciute, tuttavia, le vere motivazioni che hanno spinto il ragazzo a un gesto tanto estremo. Ciò non toglie, però, che la sua morte pesa sullo Stato, su un sistema che sta collassando ogni giorno di più.
Di lui, al momento, è nota solamente la nazionalità, tunisina, e l’età, 36 anni. Stando a quanto detto dagli agenti della polizia penitenziaria, era arrivato alla Casa di Reclusione di Parma solamente tre giorni prima e si trovava in isolamento.
Di Giacomo (Spp): “Il governo non dovrebbe agire per ideologia”
Condannato per reati legati al traffico di droga, il 36enne sarebbe tornato in libertà nel giro di un anno. Ma, forse, troppo lunga l’attesa ai suoi occhi. E poi? Una volta abbandonate le mura della casa circondariale cosa avrebbe fatto, sarebbe tornato nel mondo dello spaccio?
Così, proprio mentre la delegazione dei Radicali e il garante nazionale si trovano nel complesso, il 36enne ha deciso di togliersi la vita. Sconfortato dalla notizia il segretario generale dell’Spp, il sindacato di polizia penitenziaria, Aldo di Giacomo, che afferma:
Con quello di ieri salgono a 67 i suicidi nelle carceri dall’inizio dell’anno e a tre quelli nell’istituto di Parma. E’ una strage di Stato senza il minimo impegno da parte del governo per arginarla. Il governo dovrebbe agire nell’interesse collettivo e non muovere le proprie decisioni, disinteresse in questo caso, solo per ideologia politica. La polizia penitenziaria è allo stremo: senza interventi il sistema imploderà
Parole alle quali fanno eco quelle di Gennarino De Fazio (Seg. gen. Uilpa), che, però, sottolinea con amarezza:
Mentre gran parte della politica si ricorda delle visite in carcere solo a Ferragosto, magari in luoghi di villeggiatura, e la maggioranza di governo converte in legge un decreto vuoto e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria si è cimentato nell’ennesimo “vaderetrum” nei penitenziari, la scia funebre continua inarrestabile. Speriamo di arrivare a settembre senza troppe macerie a ricoprire altri cadaveri. Poi saremo curiosi di sapere cosa il ministro della Giustizia nasconde nel cilindro, ma soprattutto auspichiamo che voglia spiegare a noi e al Paese perché non lo abbia estratto prima