La sterilizzazione del gatto è una procedura chirurgica comune che comporta una serie di vantaggi. Decisione non sempre facile da prendere, permette comunque una convivenza più serena e alcuni benefici per la salute del felino, tra cui una maggiore aspettativa di vita. Inoltre, la sterilizzazione è una partica utile a contrastare il randagismo in ottica di prevenzione delle nascite indesiderate.

Cosa succede a un gatto dopo la sterilizzazione?

Le conseguenze più comuni sul gatto dopo la sterilizzazione sono il calo dell’attività fisica, problemi alle vie urinarie come incontinenza, calcoli e cistite, e il possibile aumento di peso. Nei gatti sterilizzati infatti il metabolismo è rallentato e quindi la tendenza a ingrassare è più marcata. L’obesità può portare poi a ulteriori problemi di salute, come le malattie articolari o il diabete.

In caso di sterilizzazione, è dunque importante gestire l’alimentazione del gatto in maniera bilanciata, tenendo in considerazione il minor dispendio energetico dovuto al calo delle attività fisiche.

Porzionare il cibo e pesare periodicamente l’animale per monitorare un possibile aumento di peso sono strategie opportune. In commercio esistono poi cibi specifici per gatti sterilizzati, già bilanciati in maniera ottimale.

Per contrastare la sedentarietà e indurlo a una maggiore attività fisica, si può dedicare più tempo al gioco con il proprio micio, oppure adottare un altro gatto perché si divertano insieme in scorribande e baruffe giocose.

Che differenza c’è tra castrazione e sterilizzazione?

Il termine castrazione viene solitamente usato per indicare la sterilizzazione dei gatti maschi, mentre quello di sterilizzazione per gli esemplari di sesso femminile. Nel linguaggio comune, però, il termine viene pressoché utilizzato sia per i maschi che per le femmine.

La castrazione, detta anche orchiectomia, consiste nell’asportazione chirurgica dei testicoli. L’intervento avviene in anestesia generale e risulta rapido e poco invasivo. Dopo l’intervento, però, gli spermatozoi potrebbero restare attivi fino a 60 giorni, quindi sarebbe meglio evitare il contatto con gatte non sterilizzate.

La sterilizzazione, detta anche ovarioisterectomia, è quindi appannaggio della femmina del gatto, che viene sottoposta all’asportazione delle ovaie e dell’utero. Castrazione e sterilizzazione andrebbero eseguite nel periodo della pubertà.

Vantaggi della sterilizzazione

La sterilizzazione induce il gatto a una maggiore tranquillità, riducendo tutti quei comportamenti che sono solitamente associati all’attività sessuale. Il micio quindi dovrebbe cessare o ridurre alcune abitudini tipiche della sua specie, come la marcatura con l’urina del territorio, i tentativi di fuga oltre i confini domestici e gli atteggiamenti aggressivi nei confronti degli altri felini.

Eliminando la possibilità di un accoppiamento, si evita la possibilità di avere cucciolate indesiderate, oltre alla eventualità di contrarre alcune malattie virali, come la FIV, una sindrome da immunodeficienza simile all’AIDS, o la FeLV, la leucemia felina dagli esiti fatali, trasmesse durante le zuffe tra gatti

La sterilizzazione poi permette di evitare altre patologie gravi, come il cancro alle ovaie e all’utero, i tumori mammari e la piometrite, paragonabile all’appendicite acuta, malattia improvvisa e dagli esiti potenzialmente fatali a carico dell’utero. In media, i gatti sterilizzati hanno un’aspettativa di vita più lunga.

Se avete più di un gatto in casa, la sterilizzazione avrà come conseguenza anche quella di indurre un clima più sereno, in quanto la personalità del micio vira verso un atteggiamento molto più tranquillo e pacato, soprattutto per gli esemplari maschi, che non producono più testosterone.

Foto di EVG Kowalievska