Ksenia Karelina, una ballerina amatoriale con doppia cittadinanza russo-statunitense, è stata condannata, giovedì 15 agosto, a 12 anni di reclusione scatenando indignazione a livello mondiale. La sentenza arriva appena due settimane dopo l’ importante scambio di prigionieri tra Russia e Occidente che aveva coinvolto 26 figure di spicco tra attivisti, giornalisti e altri nomi noti.
Russia, Ksenia Karelina è stata condannata a 12 anni di carcere
Il tribunale regionale di Sverdlovsk nella città di Ekaterinburg negli Urali ha condannato Ksenia Karelina a 12 anni di reclusione in una colonia penale per alto tradimento. Secondo i media locali, la ballerina si è dichiarata colpevole la scorsa settimana durante un processo tenutosi a porte chiuse. La ballerina era stata accusata dalle autorità russe di aver raccolto fondi per un’organizzazione no-profit che forniva armi all’esercito ucraino.
Karelina è stata arrestata lo scorso 27 gennaio durante una visita familiare nella città di Ekaterinburg. Gli ufficiali dell’Fsb l’hanno accusata di aver donato 51,80 dollari ad un ente di beneficenza ucraino con sede a New York “Razom for Ukraine” all’inizio dell’invasione russa nel 2022, mentre lei si trovava negli Stati Uniti. I procuratori avevano inizialmente chiesto una condanna di 15 anni di reclusione.
Chi è Ksenia Karelina
La 32enne, nata in Russia, è emigrata negli Stati Uniti nel 2012. Ha ottenuto succesivamente la cittadinanza americana nel 2021. Attualmente possiede una doppia cittadinanza. Karelina lavorava in come manager in una spa e parallelamente come ballerina. Era residente di Los Angeles.
Karelina è uno dei nomi che non è stato coinvolto nello scambio di prigionieri dell’1 agosto. Secondo quanto riporta Nbc Los Angeles con riferimento al suo avvocato, Mikhail Mushailov, Karelina non era idonea allo scambio di prigionieri dato che non era ancora arrivata la sentenza definitiva riguardo al suo caso. Lo scambio aveva coinvolto diversi nomi tra cui il giornalista del Wsj, Evan Gershkovic, la giornalista, Alsu Kurmasheva, e l’attivista Vladimir Kara-Murza.