Uno degli argomenti caldi di questo Ferragosto 2024 riguarda senz’altro le regole per acquisire la cittadinanza italiana. Il caso Egonu e Sylla scoppiato nel corso delle ultime Olimpiadi di Parigi ha avuto fin dal principio come sottofondo il tema del diritto di tutti, anche dei figli degli immigrati, di essere riconosciuti a tutti gli effetti cittadini italiani (e, di conseguenza, dell’Unione Europea). A tal proposito, negli ultimi giorni, si è riscontrata una importante novità: uno dei partiti della maggioranza che sostiene il Governo Meloni, Forza Italia, ha aperto alla possibilità di riformare la legge che oggi regola l’acquisizione della cittadinanza italiana, lo ius sanguinis, introducendo lo ius scholae. Il partito di Tajani avrebbe già avviato un dialogo con il Pd: con i dem, sostentori dello ius soli, si potrebbe arrivare a un compromesso sulla base del quale arrivare a una maggioranza trasversale per riformare l’attuale norma che regola la cittadinanza in Italia, per vari aspetti giudicata molto restrittiva. Tanto più che anche Giorgia Meloni, con la sua Fratelli d’Italia, potrebbe essere della partita. Prova ne è un suo vecchio tweet.

La legge sulla cittadinanza italiana, come funziona e come potrebbe cambiare con lo ius scholae

Ma, ad oggi, come funziona la legge che regola il diritto di cittadinanza in Italia? Essa si basa sul principio dello ius sanguinis: stabilisce che la cittadinanza si ottiene per discendenza o filiazione. In pratica, la cittadinanza si acquisisce per nascita da cittadini italiani. Sta di fatto che oggi, chi nasce in Italia da genitori stranieri, come nel caso di Paola Egonu e Myriam Sylla, le due pallavoliste che hanno trascinato la Nazionale all’oro olimpico, pur vivendo legalmente nel nostro Paese, può acquisire la cittadinanza italiana solo al compimento del 18esimo anno d’età. Ora, dopo l’apertura di Forza Italia, questa legge potrebbe essere cambiata con l’introduzione dello ius scholae, un compromesso tra lo ius sanguinis e lo ius soli, la legge che concede la cittadinanza a chi semplicemente nasce sul territorio nazionale, il modello utilizzato negli Stati Uniti o in Francia.

Cosa prevede lo ius scholae, la cittadinanza che piaceva anche a Giorgia Meloni

Il compromesso che potrebbe riformare l’attuale legge sulla cittadinanza in vigore in Italia, lo ius sanguinis, quindi, si chiama ius scholae. Ma cosa prevede? E’ una proposta di legge avanzata già nel 2022 che mira a concedere la cittadinanza italiana ai minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni dopo aver completato un ciclo scolastico di almeno cinque anni. Secondo uno studio della Fondazione Leone Moressa, con lo ius scholae, si darebbe la carta d’identità a 135mila alunni oggi stranieri, e poi si avanzerebbe al ritmo di 6-7 mila l’anno. Ma quali partiti sarebbero pronti a sostenere questa proposta in Parlamento? Oltre che Forza Italia tra le fila del centrodestra, il Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra (se abbandonassero, come fanno intendere, l’idea dello ius soli), il Movimento Cinque Stelle e Azione. Anche Italia Viva e Più Europa potrebbero essere della partita. Sulla carta, quindi, potrebbero trovarsi i numeri di una maggioranza trasversale. Questo, tanto più che, in realtà, anche Fratelli d’Italia non è sulle barricate. Tant’è che, nelle ultime ore, sta girando molto questo vecchio tweet di Giorgia Meloni. E’ datato 24 ottobre 2014, ma può venire buono oggi più che mai perchè rilancia lo ius culturae, una variante poco distante dallo ius scholae: prevederebbe la cittadinanza al completamento di un ciclo di scuola con successo, sul principio che lo straniero debba dimostrare attivamente la sua volontà di integrazione.