Dopo le rivolte studentesche in Bangladesh dello scorso mese contro la riforma delle quote per il lavoro, l’ex premier Hasina è scappata in India ed al suo posto è stato nominato temporaneamente come primo ministro l’economista Muhammad Yunus. Il governo tecnico alla guida del Bangladesh nei prossimi mesi dovrà affrontare importantissime sfide: tra tutte c’è quella della lotta alla corruzione.
Nel frattempo Sheikh Hasina sta cercando di destabilizzare il nuovo esecutivo e di riprendere il potere facendo leva su parte della comunità hindu del Bangladesh. Il consigliere comunale del Pd del V Municipio di Milano Bebash Chandra Kar ha spiegato a Tag24 quali possono essere i rischi futuri per il Paese e cosa hanno lasciato in eredità ai bengalesi 16 anni sotto la guida di Hasina.
Rivolte studentesche in Bangladesh, l’intervista a Chandra Kar
Più di quattrocento morti, tantissimi arrestati e uno Stato logorato dalla corruzione e dal debito pubblico da ricostruire. Questo è il lascito dell’ex premier Sheikh Hasina al Bangladesh dopo la sua fuga in India assieme a diversi parlamentari e ministri a lei fedeli dopo le rivolte studentesche dello scorso mese. Le proteste sono iniziate un mese fa contro una legge che assegnava una cospicua percentuale di posti pubblici ai parenti di chi ha combattuto la guerra di indipendenza contro il Pakistan nel 1972.
La norma avrebbe favorito la disoccupazione giovanile e molti studenti universitari sono scesi in piazza per contestarla e chiederne il ritiro: l’allora premier Hasina ha cercato di reprimere in maniera violenta le proteste provocando centinaia di morti. Ora il governo tecnico di Muhammed Yunus a pochi giorni dalla sua nascita si trova a far fronte ad una situazione disastrosa.
Il consigliere comunale del Partito Democratico Chandra Kar è nato in Bangladesh, vive in Italia da 25 anni e si occupa di inclusione ed integrazione. Sui propri profili social, Chandra Kar ha diffuso diversi video sulla questione bengalese. “Sono stato anche io uno studente come quelli scesi in piazza” racconta a Tag24.
Cosa sta succedendo in Bangladesh dopo la fuga di Hasina
D: Al posto dell’ex premier Hasina è salito Muhammad Yunus, uno dei più importanti economisti del nostro tempo. Adesso cosa dovrà fare?
R: “Partiamo dal fatto che Sheikh Hasina è stata 16 anni in potere. Il 5 agosto ha dovuto lasciare il Bangladesh perché rischiava la vita. Il popolo dopo i tentativi di reprimere le rivolte studentesche è diventato molto aggressivo nei suoi confronti e c’era un rischio concreto che venisse uccisa. Attualmente l’ex premier si trova in India. Dopo tre giorni i militari hanno preso il potere ed hanno insediato al posto di Hasina un esecutivo tecnico guidato da Yunus. Non si sa per quanto tempo governerà, potrebbe restare da tre a sei anni“.
“Il nuovo governo dovrà lottare contro la corruzione che esiste su tutto il territorio bengalese e poi deciderà assieme ai suoi 16 ministri quando indire le prossime elezioni. In questi giorni sono stati arrestati molti ex esponenti del precedente governo, queste persone sono accusate di aver agito contro il popolo e di aver aumentato il debito pubblico bengalese”.
La ‘pesante’ eredità di Hasina
D: Cosa ha lasciato Hasina al Bangladesh dopo la sua fuga in India?
R: “Hasina è responsabile di aver creato un sistema mafioso. In breve: chi deve trovare un lavoro, andare a scuola, usufruire di cure mediche deve pagare un pizzo alle autorità. Non esiste un settore che non sia corrotto. Negli anni sotto il governo di Hasina sono state realizzate diverse opere pubbliche che hanno aumentato il debito pubblico”.
“A fare i conti per le scelte disastrose del governo precedente saranno i cittadini. Tra l’altro i suoi ex ministri hanno usato denaro pubblico per comprarsi proprietà, case e barche all’estero soprattutto in Canada, in America e in Inghilterra“.
I rapporti con l’India
D: E ora quei ministri che fine hanno fatto? Sono ancora nel Paese o sono fuggiti?
R: “La maggior parte dei suoi ministri e più di 98 parlamentari sono scappati da Bangladesh. La maggior parte sono in Thailandia, Singapore, Usa, in Canada, in Malesia. Fortunatamente nessuno di loro è qui in Italia…”
D: E per quanto riguarda l’India? Aver ospitato Hasina non rischia di creare attrito diplomatico tra Dacca e Nuova Delhi?
R: “L’India è sicuramente un Paese molto potente. Si sente che la caduta di Hasina può creare una rottura tra Bangladesh e l’India. Va detto che Narendra Modi, il primo ministro dell’India, ha già dichiarato ufficialmente che il suo governo sarà vicino a Yunus per qualsiasi necessità. Quindi per adesso non credo possano esserci attriti“.
D: Ci sono state violenze contro le comunità indù in Bangladesh. Potrebbe essere un problema per il futuro?
R: “Sono tensioni create esclusivamente dal partito di Sheikh Hasina. L’ex premier e i suoi sostenitori vogliono creare una situazione pesante per riprendere il potere. Io stesso sono hindu, in Bangladesh ci sono più di 13 milioni di induisti su più di 150 milioni di abitanti. Gli hindu sono sempre stati maltrattati in passato e in questo momento rischiano di essere usati da Hasina per destabilizzare Yunus. Si tratta tuttavia di una situazione che si calmerà nel breve periodo”.
Hindus in Bangladesh are protesting the attacks on them, their families, houses, and temples.
— Vani Mehrotra (@vani_mehrotra) August 9, 2024
Videos from Dhaka's Shahbagh.#Bangladesh #BangladeshCrisis #BangladeshHindus #BangladeshiHindus pic.twitter.com/HWNwwDyMdi
D: La comunità bengalese in Italia si è schierata dalla parte degli studenti o da quella di Hasina?
R: “Siamo più di 300mila in Italia. Hasina è stata molto feroce e crudele: il suo governo è responsabile della morte di più di 400 studenti, molti che un tempo la sostenevano oggi non vogliono più sapere nulla di lei. L’80% dei bengalesi residenti in Italia è contrario ad Hasina in questo momento”.