Chi è Maurizio Bosio? Si tratta del giornalista dell’agenzia Reporters che da anni collabora con La Stampa picchiato ed aggredito mentre stava facendo un servizio il proprio lavoro.
Maurizio Bosio infatti stava seguendo la triste vicenda di Esmeralda, la bambina di soli due anni investita e uccisa da un’auto che stava facendo manovra al parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino e poi deceduta oggi al Regina Margherita quando è stato improvvisamente picchiato dalla famiglia della piccola.
Chi è Maurizio Bosio: frattura del setto nasale e prognosi di 14 giorni
Tutto è accaduto nella giornata di oggi, quando il giornalista è stato vittima di un’aggressione da parte dei parenti della piccola. Bosio è stato spintonato e preso a pugni con violenza dopo la notizia del decesso della piccola.
Bosio ha rimediato così una frattura del setto nasale e ha avuto una prognosi di 14 giorni.
Il quotidiano di Torino per cui Bosio lavora spiega che il reporter aveva documentato già in mattinata la triste vicenda che ha visto protagonista la bambina. Intorno all’ora di pranzo però si è diffusa la notizia della morte della piccola, così lo stesso Maurizio ha posato la macchina fotografica e si è avvicinato al padre della bimba con il massimo rispetto per porgergli le sue condoglianze. Purtroppo però, non si è compreso il suo gesto ed in quel momento è iniziata l’aggressione.
Il Comitato di redazione del giornale torinese ha commentato il gesto definendolo “episodio grave, che ancora una volta sottolinea il pesante clima di tensione e diffidenza in cui si è costretti a lavorare”.
Il Cdr ha poi concluso affermando che:
“Si tratta di un clima intollerabile perché la nostra unica colpa, se così possiamo definirla, è quella di dare conto ai lettori di ciò che accade, con scrupolo e puntualità. Quello che continueremo a fare. A Maurizio tutta la nostra solidarietà e l’invito a non mollare”.
Parole di conforto e sostegno anche da parte del presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte Stefano Tallia che in una nota sui social ha scritto dell’aggressione della quale è stato vittima Maurizio Bosio definendola come l’ennesimo campanello d’allarme di un clima sempre più ostile nei confronti di chi fa informazione.
Infine Tallia si augura che i responsabili di questo intollerabile gesto di violenza rispondano al più presto delle loro azioni.
Anche Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte, ha voluto esprimere solidarietà al reporter aggredito e ha detto:
“La violenza, anche nei momenti più bui, non può mai essere una risposta e merita una ferma condanna. Un pensiero al giornalista Bosio, vittima di un episodio grave e intollerabile mentre svolgeva il proprio lavoro”.
La reazione della politica
In queste ore la procura sta indagando per omicidio stradale, mentre il caso diventa anche un affare politico dopo le dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini che sui social ha scritto: “Povera piccola innocente, una preghiera per lei”, facendo riferimento alla morte della piccola Esmeralda. Il leader della Lega ha poi continuato aggiungendo, “Ma dove sono gli assistenti e i servizi sociali che dovrebbero salvare questi bimbi da una vita di strada e di furti, senza scuola e senza gioia??? E non usino la scusa della ‘cultura’ Rom”.
Parole che hanno suscitato l’immediata reazione di Barbara Rosina, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali che ha detto:
“Salvini strumentalizza senza conoscere i fatti. È inconcepibile e irresponsabile usare la morte di una bimba di due anni a fini politici. Il vicepresidente del Consiglio accusa noi assistenti sociali e tutti i servizi sociali. Siamo vicini alla famiglia della piccola Esmeralda e lontani dal ministro Salvini e da chi, come lui non cerca mai soluzioni, ma arriva a manipolare le notizie per diffondere pregiudizi a discapito delle persone e della professione”.
Inizialmente infatti era circolata la voce secondo cui la bambina stesse facendo l’elemosina davanti all’ospedale, poi smentita dall’assessore delle Politiche sociali della città di Torino. In realtà infatti la piccola si trovava con la famiglia in visita ad un parente degente all’ospedale San Giovanni Bosco.