Chi possiede un cane ha diversi obblighi da ottemperare, primo fra tutti registrare il proprio animale domestico all’anagrafe canina dopo aver fatto inserire il microchip. Ma quando deve essere effettuata l’iscrizione per non incorrere in sanzioni? Scopriamo dunque quali sono i tempi di registrazione e perché questo passaggio fondamentale è tanto utile per il benessere e la sicurezza del nostro amico a quattro zampe.

Quando effettuare la registrazione all’anagrafe canina?

L’iscrizione del proprio cane all’anagrafe canina deve essere effettuata entro i due mesi di vita della bestiola, oppure entro dieci giorni da quando se ne è entrati in possesso a qualunque titolo, in veste di proprietari o detentori.

L’iscrizione avviene subito dopo che al cane è stato inserito il microchip da parte del veterinario preposto, obbligatorio per legge. Si tratta di un dispositivo che ogni cane deve avere e che riporta i dati principali della bestiola e del suo proprietario contenuti in un codice magnetico di 15 cifre.

Iscrizione all’anagrafe canina e microchip sono dunque i due principali elementi che permettono non solo di contrastare il randagismo, ma anche di risalire al proprietario del cane in caso di smarrimento. L’obbligo di microchip sussiste in Italia solo per i cani, mentre i gatti possono esserne sprovvisti anche se la sua utilità lo rende particolarmente consigliabile.

Anagrafe canina: che cos’è e come funziona

L’anagrafe canina è un sistema informatizzato che conserva tutti gli elementi identificativi degli animali domestici, come il codice del microchip e i dati del proprietario. Una banca dati dove vengono dunque registrati i nostri amici a quattro zampe, compresi gatti e furetti, la cui iscrizione non è però obbligatoria a differenza dei cani, facilmente consultabile presso le ASL territoriali.

I cittadini possono visionare i dati del proprio cane, inserendo il numero del microchip, mentre non possono accedere alle informazioni relative ad altri animali, consultabili solo da parte delle forze dell’ordine o dei rispettivi padroni.

Per iscrivere il proprio animale allanagrafe, è necessario portarlo dal veterinario, muniti di carta d’identità e codice fiscale. Il medico è preposto all’inserimento del microchip sottocutaneo e della successiva iscrizione all’anagrafe.

In genere, durante le prime visite dal veterinario, si ottiene gratuitamente anche il libretto sanitario del cane, utile per prendersi cura della salute del pelosetto quando si viaggia, anche se non è obbligatorio per legge.

Quando incorrono delle variazioni, come ad esempio il cambio di proprietario o di residenza dello stesso, oppure la morte della bestiola, queste andranno opportunamente segnalate all’anagrafe canina entro 15 giorni dalla data del cambiamento. Formalizzare tali variazioni è un obbligo per il padrone o il detentore del cane.

II luogo in cui è custodito il cane non coincide sempre con la residenza del proprietario. In questo caso, se tale luogo di detenzione muta, il cambiamento deve essere registrato all’anagrafe canina, anche se la residenza fiscale del padrone è rimasta invariata.

Il proprietario del cane deve essere necessariamente maggiorenne ed è responsabile della veridicità dei dati inseriti tanto nel microchip che all’anagrafe canina. In caso di smarrimento del libretto di iscrizione anagrafe canina, il proprietario deve presentare denuncia alle autorità competenti e trasmetterne poi copia alla ASL di residenza, che gli fornirà un duplicato.

Mancata registrazione del cane: sanzioni

In caso di mancata iscrizione all’anagrafe canina entro i termini indicati dalla legge (ovvero entro i due mesi di vita del cucciolo o i 10 giorni di effettivo possesso del cane), è prevista una sanzione pecuniaria, che varia a seconda delle leggi regionali e del tipo di violazione.

Ad esempio, la Regione Lazio prevede una sanzione amministrativa pecuniaria di 51,65 euro per la violazione dell’art. 12 della Legge Regione Lazio 34/97, ovvero la mancata iscrizione, mentre altre regioni prevedono sanzioni anche più elevate.

Foto di Dom Bucci