Sono passate tre settimane dall’esito delle elezioni presidenziali in Venezuela che hanno premiato il presidente chavista Nicolas Maduro contro il candidato dell’opposizione Gonzalez. Subito dopo il responso delle urne, migliaia di cittadini si sono riversati nelle strade delle principali città del Paese contestando la regolarità delle elezioni e invocando le dimissioni di Maduro.

Decine di persone sono morte negli scontri con la polizia e altre 2200 sono state arrestate per aver contestato il neoeletto presidente. Claret Auxiliadora Torres Sierra è un’attivista italo-venezuelana che segue con attenzione quanto accade nel proprio Paese d’origine e racconta a Tag24 quali testimonianze arrivano dal Venezuela dopo le recenti elezioni.

Ancora proteste contro Maduro dopo le elezioni in Venezuela

La speranza del popolo venezuelano di uno storico cambiamento è stata tradita. L’esito delle urne ha premiato lo scorso 28 luglio il presidente Maduro contro il candidato dell’opposizione Gonzalez. L’ex diplomatico avrebbe registrato il 43% dei voti a favore contro il 52% del capo di Stato: un risultato ‘truccato‘ secondo molti osservatori internazionali e contestato dal popolo. A rafforzare questa teoria c’è anche l’atteggiamento di Maduro contro gli osservatori internazionali che non sono stati fatti entrare in Venezuela. Gran parte della popolazione è scesa in piazza per contestare l’esito delle urne già nella notte tra il 28 e il 29 luglio. I risultati segnalati dall’opposizione sui social consegnano una lettura differente delle elezioni nella quale Gonzalez ha di fatto battuto Maduro.

Negli ultimi anni il capo di Stato è stato accusato di aver portato il Paese sull’orlo del baratro. L’inflazione è aumentata ed anche la povertà, gran parte della popolazione è fuggita dal Venezuela a causa dei problemi economici. In questo momento diversi social sono stati bloccati dal governo di Maduro. L’attivista italo-venezuelana Torres Sierra spiega quali sono i timori per il futuro del proprio Paese.

L’intervista a Torres Sierra

Cosa ci si aspettava da queste elezioni?

“Si sperava che queste elezioni potessero essere un passo avanti verso una soluzione pacifica e democratica per il Venezuela. Molti cittadini venezuelani e osservatori internazionali speravano in un processo elettorale trasparente e giusto, che potesse riflettere la vera volontà del popolo e portare a un cambiamento positivo nel Paese“.

Che racconti arrivano dal Venezuela?

“Dal Venezuela arrivano racconti di grande sofferenza e difficoltà. La crisi economica e sociale ha causato una carenza di beni di prima necessità, medicine e servizi di base. Inoltre, ci sono state segnalazioni di repressioni e violazioni dei diritti umani contro chi si oppone al governo. La situazione è drammatica e molti venezuelani vivono in condizioni estremamente difficili“.

L’attuale situazione del Venezuela

Che situazione c’è in questo momento nel Paese?

“Attualmente, la situazione in Venezuela è molto complessa. Il Paese continua a vivere una crisi economica e sociale profonda, con un’inflazione galoppante e una carenza di beni essenziali. La riconferma di Maduro ha aumentato le tensioni politiche e sociali e c’è una grande incertezza sul futuro del Venezuela. Molti cittadini sono disillusi e frustrati. La speranza di un cambiamento sembra lontana”.

Ritieni che in Italia se ne parli abbastanza?

“In Italia si parla del Venezuela, ma forse non abbastanza rispetto alla gravità della situazione. Spesso, le notizie sul Venezuela non ricevono l’attenzione che meritano nei media principali. È importante che la comunità internazionale continui a parlare della crisi venezuelana e a sostenere i diritti umani e democratici del popolo venezuelano”.

La riconferma di Maduro cosa comporterà?

“La riconferma di Maduro rischia di portare a un ulteriore deterioramento della situazione politica, economica e sociale in Venezuela. Potrebbe aumentare la repressione contro gli oppositori e aggravare la crisi umanitaria. Inoltre, c’è il rischio che la Comunità Internazionale aumenti le sanzioni, isolando ulteriormente il Paese e peggiorando le condizioni di vita della popolazione“.

Il lavoro della comunità venezuelana in Italia

La comunità venezuelana in Italia come si è mossa? Ci sono state proteste?

“La comunità venezuelana in Italia è molto attiva e si è mobilitata in diverse occasioni per protestare contro il regime di Maduro. Ci sono state manifestazioni e iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sulla crisi in Venezuela. La diaspora venezuelana lavora anche per sostenere i connazionali rimasti nel Paese, attraverso raccolte di fondi e l’invio di aiuti umanitari”.

Credi ci siano state frodi elettorali?

“Il problema reale del frodi elettorali in Venezuela sotto il regime di Nicolás Maduro si è manifestato attraverso diverse irregolarità e manipolazioni ampiamente documentate da osservatori nazionali e internazionali”.

Le elezioni in Venezuela sono state truccate?

Che metodi ha usato Maduro?

“Partiamo dalla discrepanze nei dati. Sono state osservate discrepanze significative tra i risultati ufficiali annunciati dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) e i dati riportati da testimoni, partiti di opposizione e organizzazioni indipendenti. E’ stato riportato poi un aumento artificiale della partecipazione degli elettori, mostrando cifre che non coincidono con la realtà nei seggi elettorali”.

“È documentato inoltre l’uso delle risorse dello Stato per favorire il partito al governo, inclusa la pressione sui dipendenti pubblici affinché votassero per il regime sotto minaccia di perdere il lavoro. Il regime di Maduro ha impedito la partecipazione di osservatori internazionali indipendenti e di organizzazioni come l’OEA e l’Unione Europea, che avrebbero potuto validare o mettere in discussione i risultati”.

“La frode elettorale in Venezuela sotto il regime di Maduro si caratterizza per la manipolazione dei risultati, l’intimidazione degli elettori, la mancanza di osservazione indipendente e il controllo sull’organismo elettorale. Queste pratiche sono state ampiamente denunciate e hanno portato a un significativo rifiuto internazionale, nonché a una profonda crisi politica all’interno del Paese”.