In Italia, il settore dell’autotrasporto sta vivendo una crisi senza precedenti, principalmente a causa della mancanza di autisti. Si stima che attualmente ci siano almeno 22.000 posti vacanti per camionisti nel Paese. Questo problema non è esclusivamente italiano, ma è comune in tutta Europa, dove trovare conducenti qualificati per i Tir è diventato sempre più difficile. Secondo uno studio della CGIA di Mestre, negli ultimi cinque anni il numero di titolari di patente per la guida di automezzi pesanti è diminuito drasticamente, con una perdita di circa 410.000 patentati, pari a un calo del 35%. Questo trend è destinato a peggiorare, poiché entro il prossimo decennio si prevede che metà degli autisti attualmente attivi andrà in pensione.
Crisi autotrasporto in Italia: perché nessuno vuole fare più il camionista?
Le ragioni di questa carenza sono molteplici. La professione del camionista è spesso associata a condizioni di lavoro difficili, con lunghe ore di guida, elevato stress e impegno fisico. Questi fattori hanno reso la professione meno attraente per le nuove generazioni. Inoltre, l’accesso alla professione è reso complicato dai costi elevati per ottenere la Carta di Qualificazione del Conducente (CQC), un documento obbligatorio per chi vuole guidare un Tir. Il costo di migliaia di euro per ottenere questa certificazione è un deterrente significativo, soprattutto per i giovani. Per far fronte a questa situazione, alcune aziende di autotrasporto hanno iniziato a coprire i costi della CQC per i nuovi assunti, ma nonostante ciò, la difficoltà nel trovare nuovi camionisti rimane un problema pressante.
Crisi autotrasporto in Italia: Ferragosto e la diminuzione del traffico pesante, un segnale d’allarme
Un altro segnale preoccupante per il settore è la diminuzione del numero di Tir sulle strade durante periodi specifici dell’anno, come Ferragosto. Durante questo periodo, con molte fabbriche e negozi chiusi per ferie, la necessità di trasportare merci e prodotti finiti diminuisce drasticamente. Inoltre, i divieti di circolazione imposti per decongestionare il traffico stradale, che vietano la circolazione dei mezzi pesanti nei fine settimana e nei giorni festivi, contribuiscono ulteriormente alla riduzione del traffico pesante. Tuttavia, il problema principale è che questa diminuzione del traffico potrebbe diventare la norma in futuro, non a causa delle ferie estive, ma a causa della carenza cronica di autisti, che rischia di paralizzare il settore nel prossimo decennio.
L’impatto della denatalità sul settore dell’autotrasporto
Il problema della mancanza di autisti è aggravato dalla denatalità in Italia. Secondo le stime, la maggior parte degli autisti attualmente in attività ha più di 50 anni, e si prevede che entro dieci anni la stragrande maggioranza di questi lavoratori andrà in pensione. Attualmente, gli over 50 rappresentano il 53,7% del totale degli autisti, con oltre 412.000 lavoratori che lasceranno il mercato del lavoro per raggiunti limiti di età. Questo significa che, se non si riuscirà a invertire il trend, entro il 2034 un autista su due lascerà la professione, creando un vuoto difficile da colmare.
Crisi autotrasporto in Italia: diminuiscono anche le imprese
Negli ultimi dieci anni, il numero delle imprese di autotrasporto in Italia è diminuito in modo significativo. Dal 2013 al 2023, si è registrata una contrazione di 21.248 unità, pari a un calo del 20,8%. Le regioni più colpite da questa tendenza sono la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia e il Lazio, dove la diminuzione del numero di imprese è stata particolarmente marcata, con percentuali che variano dal 30% al 33%.
Questa riduzione è dovuta non solo alla crisi economica che ha colpito il Paese, ma anche alla concorrenza dei vettori stranieri, in particolare quelli provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est. Inoltre, il processo di aggregazione e acquisizione tra imprese, che ha portato a una diminuzione delle aziende monoveicolari, ha contribuito ulteriormente a ridurre il numero complessivo di imprese nel settore.
Le soluzioni possibili: autisti stranieri e veicoli a guida autonoma
Di fronte a questa crisi, le soluzioni possibili sono limitate e presentano tutte delle criticità. Una possibile risposta potrebbe essere l’incremento del ricorso ad autisti stranieri e a vettori internazionali. Tuttavia, questa soluzione potrebbe non essere sufficiente a colmare il gap creato dalla carenza di autisti italiani. Un’altra possibilità è rappresentata dall’introduzione di veicoli pesanti a guida autonoma, che potrebbero rivoluzionare il settore e ridurre la dipendenza dal lavoro umano. Tuttavia, la tecnologia necessaria per la guida autonoma su larga scala non è ancora pronta, e i costi di implementazione potrebbero essere proibitivi per molte aziende.
Tabella 1: Diminuzione del Numero di Autisti e Imprese di Autotrasporto in Italia (2013-2023)
Anno | Numero di Autisti (in migliaia) | Numero di Imprese (unità) |
2013 | 1.200 | 101.935 |
2018 | 950 | 90.000 |
2023 | 770 | 80.687 |
Tabella 2: Regioni con la Maggior Diminuzione di Imprese di Autotrasporto (2013-2023)
Regione | Diminuzione Percentuale (%) | Diminuzione in Valore Assoluto (unità) |
Valle d’Aosta | -33,7 | -33 |
Friuli Venezia Giulia | -32,3 | -573 |
Lazio | -30,7 | -2.733 |
Liguria | -30,0 | -773 |
Piemonte | -29,9 | -2.907 |