Resta avvolto nel mistero l’omicidio della 33enne Sharon Verzeni, consumatosi a Terno d’Isola, nella Bergamasca, la notte del 29 luglio scorso: stando alle ultime notizie, riportate dal Corriere della Sera, sarebbe sfumata, nelle scorse ore, anche la pista di un possibile coinvolgimento nel delitto dell’uomo che dormiva all’interno del garage che gli inquirenti hanno sequestrato in via Castegnate, teatro dell’aggressione.

Le ultime notizie sull’omicidio di Sharon Verzeni: arrestato l’uomo che dormiva nel garage sequestrato a Terno d’Isola

L’uomo, un 33enne di origini marocchine, sarebbe stato rintracciato e arrestato lo scorso mercoledì nell’appartamento di un connazionale a Stezzano: con sé aveva circa 38 grammi di cocaina e parecchi contanti. È accusato di spaccio, ma con l’omicidio di Sharon Verzeni non c’entrerebbe.

Quella notte, infatti, era a Terno, ma non all’interno del garage che gli inquirenti hanno sequestrato pensando che potesse essere stato usato come rifugio dal killer: difeso dall’avvocato Fausto Micheli, ha dichiarato di non dormirci più da molto tempo e avrebbe fornito un alibi. Lo riporta Il Corriere della Sera, spiegando che, con la sua deposizione, la pista del box sembra ormai essere tramontata.

Chi indaga brancola quindi nel buio, puntando tutto sull’esame degli oggetti rinvenuti nei pressi della scena del crimine, compresi alcuni coltelli compatibili con le ferite riscontrate sul corpo della vittima: la speranza è che almeno uno di essi celi delle tracce dell’assassino e possa condurli a lui.

Prosegue, intanto, l’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private installate lungo il percorso compiuto da Sharon la sera del delitto. Stando a quanto ricostruito finora, la donna si sarebbe allontanata dalla sua abitazione attorno alla mezzanotte del 29, passando prima davanti a un centro sportivo della zona, poi in via Roma e in piazza VII Martiri, fino a via Castegnate.

Preziosa la testimonianza dei residenti

Lì, 50 minuti dopo essere uscita di casa, sarebbe stata prima strattonata e poi colpita a coltellate alla schiena, crollando a terra dopo aver avuto la forza di chiamare il 112 per avvisare gli operatori di turno di essere stata aggredita.

Al loro arrivo per la donna non c’era già più niente da fare: diversi residenti e alcune persone di passaggio avevano provato a soccorrerla, invano. Il killer, intanto, si era dato alla fuga. In mancanza di dati certi, secondo Il Corriere della Sera le ipotesi circa i suoi spostamenti restano molte.

È possibile che si sia allontanato subito dalla scena del crimine, senza essere inquadrato dalle videocamere; ma è anche possibile che se ne sia andato diverse ore dopo essersi nascosto da qualche parte. È persino possibile che abiti nelle vicinanze di via Castegnate. I residenti saranno ascoltati tutti, alla ricerca di elementi che possano portare a una svolta. L’allerta è massima.

La vita della vittima prima del delitto

Gli investigatori hanno già eseguito una copia forense dello smartphone della vittima e di quello del suo compagno Sergio Ruocco che, al momento dei fatti, per sua stessa ammissione, dormiva: l’obiettivo è risalire a eventuali file o messaggi cancellati nelle settimane precedenti all’accaduto. Materiale che potrebbe spiegare l’omicidio e il suo movente.

Si pensa che a compierlo possa essere stato uno stalker o uno sbandato. Qualcuno che potrebbe aver preso di mira la vittima dopo averla osservata e aver studiato le sue abitudini: succedeva spesso, infatti, che andasse a passeggiare da sola, la sera.

Il giorno in cui è morta era andata a lavoro a Brembate, poi aveva fatto spesa e aveva atteso che anche Ruocco tornasse a casa. Dopo cena, la decisione di uscire. “Se l’avessi saputo non l’avrei lasciata”, ha detto il convivente. Dai genitori di lei è stato definito “un ragazzo splendido”.