Immigrazione, politica estera, economia e Kamala Harris: l'”intervista” di Elon Musk a Donald Trump su X è stato un successo di numeri (fra spettatori e like/retweet), ma a livello contenutistico non ha lasciato grandi novità sul tavolo.

Riguardo le prossime presidenziali negli Stati Uniti, per Trump l’eventuale vittoria di Harris sarebbe una catastrofe e porterebbe il paese al tracollo. Due ore per una conversazione che ha mostrato ancora una volta i toni amichevoli ed il rispetto che Musk e Trump nutrono l’un l’altro.

Il tycoon ha così ripreso diversi pezzi del suo discorso elettorale e non è stato corretto o fermato da Musk su alcuna delle sue affermazioni.

L’intervista di Musk a Trump su X è un successo: oltre un milione di persone collegate. Dall’immigrazione all’economia, quali sono stati i temi toccati

Intervista con giallo, ma l’attesa ha creato una suspense che i due protagonisti alla fine hanno giudicato positiva e notevole. E’ quanto accaduto nella serata di ieri 12 agosto 2024, quando Elon Musk, proprietario di X e Tesla, ha ospitato sulla sua piattaforma social Donald Trump, candidato repubblicano alle presidenziali statunitensi.

A posteriori definire “intervista” quanto detto ieri può sembrare un’esagerazione, considerando come Musk non abbia mai messo in difficoltà Trump, a suo agio non soltanto nel ripetere gli slogan della sua campagna elettorale ma anche nell’attaccare l’aspetto fisico della sfidante democratica Kamala Harris.

40 minuti di ritardo per colpa di un attacco Ddos hanno ritardato l’inizio dell’intervista, prevista per le 20 ora locale: Musk ha cercato di minimizzare, chiacchierando con chi si era collegato in attesa dell’arrivo di Trump. Se l’imprenditore ha avuto gioco facile nel descrivere la situazione come un “tentativo di censura” (anche da parte di Google) per evitare che il tycoon parlasse, questi ha deciso di ritornare su X in grande stile.

Dopo i fatti di Capitol Hill il suo account era stato sospeso, ma Musk l’aveva riattivato non appena preso possesso di X. Pronti via ed il primo argomento sul tavolo è l’attentato subìto da Trump a Butler: fra risate e battutine, il repubblicano scherza dicendo che è stata l'”immigrazione irregolare” a salvarlo da una tragica fine.

È stato un miracolo. Se non avessi girato la testa per mostrare quel grafico, non sarei qui adesso a parlarti. Il mio primo pensiero è stato ‘quante persone sono state uccise?’ Perché avevamo avuto una massa enorme lì…

L’immigrazione irregolare del resto è un cavallo di battaglia non soltanto per Trump ma anche per Musk, che più volte in passato ha espresso la preoccupazione che gli immigrati togliessero molte opportunità lavorative ai cittadini americani, con vaghi accenni alla teoria della “sostituzione etnica” tanto cara all’estrema destra globale.

Il repubblicano invece si focalizza sul fallimento delle politiche al riguardo di Joe Biden, che Trump accusa di aver favorito un’immane tragedia:

Venti milioni sono entrati negli Stati Uniti, arrivati da carceri, manicomi e da tutto il mondo, dall’Africa, dall’Asia, dal Medio Oriente.

Trump a ruota libera: “Con me l’Ucraina non sarebbe mai stata attaccata dalla Russia… L’UE sfrutta la NATO”

Il tutto serve a colpire Kamala Harris, la cui campagna elettorale ha segnato un forte cambio di passo rispetto a quella di Biden. Ammantata di toni ottimistici, Harris cerca di infondere sicurezza e speranza non soltanto in chi già sa che voterà i democratici, ma soprattutto negli indecisi. A Trump però tutto ciò importa poco: non è la persona adatta a guidare gli USA in questi tempi così complicati e difficili.

E’ una radicale di San Francisco, è più a sinistra di Bernie Sanders: sarà peggio di Joe Biden.

Non c’è molta novità quindi in ciò che ha detto il repubblicano nella sua chiacchierata con Trump. Ad esempio è tornato a parlare di Nato, considerando che quest’organizzazione funziona male perché sono gli Stati Uniti a doversi sobbarcare la maggior parte degli oneri di difesa:

L’Ue si approfitta di noi negli scambi commerciali e noi li difendiamo con la Nato: dovrebbe pagare quanto noi per l’Ucraina.

Trump ricorda a tutti come durante il suo primo mandato i buoni rapporti con Vladimir Putin, Xi Jinping e Kim Jong-un fossero stati così positivi da aver evitato gravi conflitti e pericolose schermaglie. Soltanto il tycoon ha quella fermezza e quella furbizia tali da poter trattare da pari a pari con questi politici.

Non poteva mancare, infine, l’ennesimo endorsement per Trump: questa volta Musk è stato molto più esplicito in passato, mescolando nel suo messaggio di sostegno un’idea di “tradimento” da parte dei democratici e un vago sentore di messianismo derivato dalla discesa in campo di Trump.

Il tycoon è l’unico, secondo il proprietario di Tesla, a poter risollevare il declino economico, politico, sociale e militare degli USA, cosa che i democratici promettevano ma non sono riusciti a realizzare:

Non sono mai stato molto politico prima… cercano di dipingermi come un tipo di estrema destra, il che è assurdo perché mi piace costruire veicoli elettrici. Ho sostenuto Obama. Storicamente ero un democratico moderato, ma ora sento che siamo a un punto critico per il Paese e penso che dovreste sostenere Donald Trump come presidente. Tu sei la strada verso la prosperità, Kamala Harris è l’opposto.