Cosa è successo a Duisburg, in Germania, il 15 agosto del 2007? Quante persone sono morte e perché? Sono solo alcuni degli interrogativi che ruotano attorno a quella che i giornali rinominarono “strage di Ferragosto” o “strage dell’Assunta”, che svelò al mondo, per la prima volta, tutta la ferocia della ‘ndrangheta.
Strage di Duisburg, cosa è successo? La ricostruzione 17 anni dopo
Tutto accadde in pochi attimi, alle 2.24 del 15 di agosto, la “notte dell’Assunta”. Di fronte al ristorante “Da Bruno” di Duisburg, in Germania, sei persone vennero uccise a colpi d’arma da fuoco mentre, dal locale, si dirigevano verso le rispettive autovetture. Erano Tommaso Venturi, 18 anni; Francesco Giorgi, 16 anni; Francesco Pergola, 22 anni; Marco Pergola, 20 anni; Marco Marmo, 25 anni e Sebastiano Strangio, 39 anni.
Sembravano persone normali, come altre. In realtà erano tutte reputate più o meno vicine alla cosca ‘ndranghetista Pelle-Vottari. A prenderle di mira, i membri di una cosca rivale, quella dei Nirta-Strangio di San Luca. L’obiettivo? Vendicare l’omicidio di Maria Strangio, che il 25 dicembre dell’anno precedente era stata uccisa per sbaglio al posto del marito Giovanni Luca Nirta.
Si pensa che il bersaglio dell’agguato fosse, in particolare, Marco Marmo, sospettato di aver custodito le armi usate nel corso del delitto della donna; ma tutti, alla fine, morirono. E nelle tasche dei pantaloni di Venturi gli agenti trovarono un santino bruciacchiato di San Michele Arcangelo, segno, inequivocabile, di affiliazione alla mafia calabrese.
Vittime, colpevoli e condanne
Le indagini della polizia tedesca partirono subito serrate e si avvalsero, fin dai primi momenti, dell’aiuto dell’Interpol di Roma e della Questura di Reggio Calabria. Quindici giorni dopo la strage San Luca fu svegliata da oltre 500 uomini in divisa. 32 persone, al termine dell’operazione, finirono in manette: tutte, a vario titolo, risultavano coinvolte nella faida di San Luca. Tra loro, ovviamente, anche Giovanni Luca Nirta.
Circa due anni dopo tutti i componenti del gruppo di fuoco che si era macchiato degli omicidi di Duisburg erano stati catturati: oltre ad Antonio Rechichi e Luca Liotino, arrestati in Germania, anche Domenico Nirta e Domenico Pizzata, Paolo Nirta e Gianfranco Antonioli. Nel mese di settembre del 2008 fu la volta di Francesco Pelle (“Ciccio Pakistan”): colui che aveva ordinato, secondo gli inquirenti, la strage di Natale.
Infine furono arrestati Antonio Pelle, Giovanni Strangio (fratello di una delle vittime) e il cognato Francesco Romeo, latitante da oltre dieci anni. Strangio, considerato ideatore e autore della strage di Ferragosto, fu condannato – come altri – all’ergastolo. È recente la notizia secondo la quale i giudici del tribunale del Riesame avrebbero deciso di lasciarlo al 41-bis. Il motivo? Uscendo dal carcere duro potrebbe riprendere i contatti con i “sodali” della sua ‘ndrina.
Le conseguenze della strage
La strage di Duisburg, che ha ispirato anche il film “Linea di sangue” del 2019, ebbe importanti conseguenze sull’opinione pubblica, che per la prima volta, anche all’estero, si rese conto della ferocia della ‘ndrangheta, fino ad allora, per molti versi, “invisibile”. Ne nacque, in Germania, un movimento chiamato “Mafia? Nein danke!” (“Mafia? No grazie!”), che poco dopo assunse la forma di una vera e propria associazione senza scopo di lucro.
Il disastro della LoveParade 2010, sempre a Duisburg
Duisburg, da allora, cambiò. E un nuovo evento, nel 2010, tornò a colpirla in modo tragico: 21 ragazzi morirono calpestati dalla calca all’interno dell’unico tunnel pensato per permettere l’ingresso e l’uscita dei partecipanti alla LoveParade, un popolare festival di musica dance. Tra loro c’era anche l’italiana Giulia Minola.