È morta a 33 anni dopo essere stata colpita alla testa con un fucile: al momento dei fatti Yuleisi Manyoma Casanova, di nazionalità colombiana, si trovava nella sua casa di Siena insieme al compagno Fernando Porras Baloy – che avrebbe impugnato l’arma – e ad altre quattro persone. Da chiarire la dinamica dell’accaduto.

Donna uccisa a Siena: in casa, oltre a lei e al compagno, altre quattro persone al momento dei fatti

I fatti risalgono alla giornata di ieri, 11 agosto 2024. Stando a quanto ricostruito finora, Yuleisi Manyoma Casanova, di 33, sarebbe morta dopo essere stata raggiunta alla testa da un colpo di fucile calibro 16 a pallini che il compagno Fernando Porras Baloy, di 26, impugnava mentre si trovavano in camera da letto.

Nella loro abitazione erano presenti, in quel momento, altre quattro persone: la sorella della vittima e il fidanzato, la figlia di 10 anni (avuta da Casanova da una precedente relazione) e un amico di famiglia. A riportarlo è Il Corriere della Sera, secondo cui l’uomo arrestato avrebbe raccontato agli inquirenti di aver preso l’arma (detenuta irregolarmente) da sotto il letto per mostrarla agli altri e “giocare”.

Stando alla sua ricostruzione, in pratica, il colpo che ha ucciso la 33enne gli sarebbe partito accidentalmente e non per scelta. Il pm che si sta occupando del caso lo ha iscritto nel registro degli indagati con le accuse di omicidio doloso aggravato dalla relazione affettiva e dal rapporto di convivenza, detenzione abusiva di munizioni e sostanze stupefacenti di tipo leggero (hashish, perlopiù) e con quella di maltrattamenti in famiglia.

Dei testimoni avrebbero infatti parlato di liti per motivi di gelosia intercorse tra lui e la vittima. Non si esclude, quindi, che il suo sia stato un gesto volontario; che quello di Yuleisi possa trattarsi dell’ennesimo femminicidio.

Chi era la vittima? Arrestato il compagno Fernando Porras Baloy

Saranno i prossimi accertamenti a chiarirlo, stabilendo, ad esempio, se la vittima presentasse, al momento dell’omicidio, segni di precedenti percosse o lividi. Residente da anni in Italia, lavorava come cuoca per un ristorante di piazza del Campo, a Siena.

I vicini di casa, interrogati dai cronisti, l’hanno definita “una persona gentile“, che non aveva mai dato problemi. “Abitavano qui da tempo”, avrebbe detto qualcuno. Il compagno, di professione meccanico, frequentava spesso l’abitazione. Come lei, da tanti anni si trovava in Italia.

Gli ultimi femminicidi in ordine di tempo

Diverse donne, nelle ultime settimane, sono state uccise in ambito famigliare dai rispettivi mariti e compagni. L’ultima, in ordine di tempo, è stata Lucia Felici: aveva 75 anni ed era in pensione. Stando alle ricostruzioni, sarebbe stata strangolata dal marito Carmine Alfano all’interno della loro abitazione di Castelnuovo di Porto, fuori Roma. Il motivo? Da ricostruire, ma sembra che l’uomo, di 82, fosse già stato violento nei suoi confronti.

Come sembra che lo fosse stato Domenico Ossoli nei confronti della moglie Annarita Morelli, morta a Fonte Nuova, sempre a Roma, a causa delle ferite riportate dopo essere stata colpita con un fucile mentre era alla guida della sua Fiat Panda rossa nei pressi di un centro anziani di via Palombarese. L’uomo, di un anno più grande, la controllava e minacciava.

L’avrebbe uccisa – dopo averla individuata e raggiunta con l’aiuto di un gps – perché non accettava che volesse separarsi da lui (nonostante l’avesse più volte tradita). È accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi abbietti e futili, dalla minorata difesa della vittima e dalla premeditazione. Non c’è dubbio, secondo gli inquirenti, che avesse pianificato il delitto nei minimi dettagli.