Dopo il ritiro dalle elezioni presidenziali che si terranno in Usa il 5 novembre 2024, il presidente statunitense Joe Biden torna a parlare del duello tv dello scorso 27 giugno con il candidato repubblicano Donald Trump. Biden ha spiegato all’emittente newyorkese Cbs che in quell’occasione era ammalato ed ha ribadito le ragioni del suo ritiro.
Nel corso dell’intervista, Biden ha spiegato che Trump può costituire un pericolo per la democrazia statunitense. Infine il presidente degli Usa ha ribadito che in questi ultimi mesi lavorerà per trovare una soluzione in Medio Oriente.
Biden parla di Trump dopo il ritiro dalle presidenziali
“Nessun problema di salute serio ma in occasione del dibattito tv con Donald Trump ero ammalato” questo ha detto Biden nel corso di un’intervista alla Cbs nella quale ha spiegato di non avere problemi di salute seri ed ha esposto gli ultimi obiettivi della sua presidenza in vista delle elezioni che si terranno il prossimo 5 novembre.
Lo scorso 27 giugno l’allora candidato dem si è confrontato in un dibattito televisivo con l’avversario repubblicano Donald Trump. Il presidente statunitense è apparso smarrito ed ha avuto molte difficoltà nel rispondere al tycoon. Il dibattito ha avuto un ruolo importante nel successivo ritiro di Biden sostituito poi dalla sua vice Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca.
Il presidente ha risposto così al giornalista statunitense Costa che lo ha intervistato:
“Guardate, ho avuto davvero una pessima giornata in quel dibattito perché ero ammalato”, ha aggiunto, “ma non ho problemi seri”
La minaccia Trump e l’impegno per il Medio Oriente
L’attuale inquilino della Casa Bianca ha parlato anche della possibile vittoria di Donald Trump e del rischio che una tale eventualità costituirebbe per la democrazia e la sicurezza statunitense:
“Segnati le mie parole: se vince questa elezione, fate attenzione a quel che accade. È un pericolo. È un pericolo reale per la sicurezza americana”
Infine il capo di Stato ha detto che fino alla fine del suo mandato s’impegnerà per garantire una tregua tra Israele ed Hamas e consegnare al suo successore uno scenario internazionale molto più disteso di quello che vede in corso un conflitto nell’Est Europa ed uno in Medio Oriente:
“Sì, è ancora possibile. Il piano che avevo messo insieme – con il sostegno del G7, del Consiglio di Sicurezza dell’Onu et cetera – è ancora attuabile. E sto lavorando con il mio team letteralmente ogni singolo giorno per evitare un’escalation verso una guerra regionale, che può facilmente avvenire”