Per i monopattini elettrici presto arriveranno nuove regole del Codice della Strada. Sono norme fortemente volute dal ministro dei trasporti Matteo Salvini perché se è vero che rappresentano il mezzo di trasporto più green e amato dalle giovani generazioni, è anche vero che si sta rivelando il più pericoloso. I dati Istat, su questo punto, sono impietosi: gli incidenti stradali con lesioni a persone che hanno coinvolto almeno un monopattino elettrico sono stati 2.101 nel 2021 (9 i morti), 2929 nel 2022 (16 decessi) e 3365 lo scorso anno (con 21 vittime). Sta di fatto che le nuove regole non interesseranno solo i monopattini, ma anche le care e vecchie Vespe, lo scooter più amato dagli italiani.
Monopattini elettrici, le nuove regole del Codice della Strada di Salvini e il salva-Vespa
Quali saranno quindi le nuove regole per chi decide di spostarsi con i monopattini elettrici? In primis, i noleggiatori saranno obbligati a installare dei sistemi automatici che impediscano il loro funzionamento fuori città. Inoltre, è previsto l’obbligo di indossare il casco a tutti i conducenti, di avere una targa e una assicurazione. Chi ne sarà sprovvisto, rischierà una sanzione tra 100 e 400 euro. In più, come tutti gli altri mezzi circolanti, anche i monopattini dovranno rispettare i segnali stradali. Ci sarà un divieto assoluto di circolazione contromano, prima consentito nelle strade con doppio senso ciclabile. E sarà vietata, inoltre, la loro utilizzazione sui marciapiedi, nelle aree pedonali e lungo le piste ciclabili urbane ed extraurbane. Il limite di velocità, infine, sarà fissato a 50 chilometri orari. Norme severe, ma in altri Paesi sono arrivate scelte ancora più drastiche: Parigi, ad esempio, ha del tutto vietato la circolazione dei monopattini elettrici.
Quando entreranno in vigore le nuove regole
Il ministro Salvini ha detto che conta di far entrare in vigore il nuovo Codice della Strada a settembre. Ma, probabilmente, se ne riparlerà quantomeno in autunno inoltrato perché se è vero che le nuove norme hanno già ottenuto l’ok della Camera a marzo scorso, ora sono attese in Senato con centinaia di emendamenti. E anche nel caso in cui il provvedimento passasse a Palazzo Madama senza modifiche, occorrerebbero altri 90 giorni per vederlo operativo perché il Codice concede tre mesi di tempo per l’emanazione del decreto interministeriale necessario a rendere operative larga parte delle nuove disposizioni.
Il salva-Vespa
Intanto, però, la Lega, il partito del ministro dei trasporti Matteo Salvini, si concentra su un ordine del giorno e una proposta di legge del suo deputato Riccardo Augusto Marchetti che mira a salvare la Vespa, lo scooter più amato dagli italiani. Perché? Una nota del Carroccio dà questa spiegazione:
“La Vespa della Piaggio è un nostro patrimonio, un linguaggio universale dell’Italia nel mondo e non può essere lasciata ferma in un garage. Per questo, la Lega chiede che venga inserita tra i veicoli di interesse nazionale. Dopo il Salva-Casa, vogliamo salvare quest’icona rivoluzionaria degli anni ‘50 e ‘60 che ha rappresentato uno spaccato dell’Italia e degli italiani e che, tutt’oggi, con oltre 20 milioni di modelli venduti e circolanti nel mondo, oltre 140 evoluzioni delle varie versioni e 615 Vespa club sul solo territorio nazionale con 90 mila iscritti, è uno dei nostri simboli più riconosciuti”
Il motivo dell’ordine del giorno, quindi, è presto detto:
“Lo abbiamo presentato per far entrare questo oggetto fra i veicoli di interesse nazionale, prevedendo anche la sua esclusione dalle eventuali limitazioni alla circolazione per emissioni di inquinanti atmosferici sulle strade urbane ove previsto dalla legislazione locale, nazionale ed europea. Dagli anni della Dolce Vita, quello che era nato come mezzo di trasporto, ha superato la sua funzione originaria ed è diventato una vera e propria icona di stile, libertà e bellezza commercializzata in 83 Paesi in tutti i continenti”
I leghisti, poi, si scoprono cinefili di prima qualità quando aggiungono:
“Indimenticabile la scena con Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze Romane del 1953 in sella su una Vespa bianca che diede il via ad una storia tutta italiana che Fellini ne La Dolce Vita consacrò definitivamente. Da lì in poi, il Bel Paese agli occhi del mondo si spostava in Vespa e da Hollywood a Bollywood, passando per i film nostrani, la Vespa ha “recitato” in più di 1000 film. Un’espressione storica, culturale, artistica del nostro Paese che non può fermarsi ma che deve essere tutelata a tutti gli effetti anche dalle politiche europee del green deal”
Sta di fatto che da tempo il kit per trasformare il motore termico delle vecchie Vespe in elettrico potrebbe salvare capre e cavoli.