La conferma che la Russia abbia accusato il colpo dell’offensiva ucraina nella regione di Kursk arriva dai dettagli della sua reazione. Il ministero della Difesa di Mosca ha, infatti, confermato di aver utilizzato un ordigno particolarmente potente e distruttivo contro le forze armate di Kiev. Si tratta della cosiddetta bomba termobarica: ecco cos’è e come funziona.

Bomba termobarica, ecco cos’è e come funziona: testata più distruttiva di un ordigno convenzionale

L’avanzata dell’esercito ucraino sul territorio russo ha lasciato il segno e, forse, generato qualche crepa nella convinzione russa di essere la sola forza d’attacco nella guerra in corso.

Per la prima volta, e con una mossa che ha sorpreso sia i nemici sia gli alleati, l’Ucraina è penetrata, infatti, nel territorio nemico, portando il conflitto nella regione russa di Kursk. L’area era stata bersaglio finora solo di attacchi missilistici o con droni da parte di Kiev, i cui militari solo in questi ultimi giorni sono riusciti a penetrare al suo interno.

Se sul campo di battaglia la reazione delle truppe è stata debole, permettendo ai soldati ucraini di avanzare senza troppa difficoltà, le difese russe si sono attivate con particolare violenza sganciando una testata termobarica su una base di mercenari stranieri situata nella regione russa di Kursk.

Si tratta di una bomba particolarmente potente e distruttiva, composta per la sua quasi totalità di carburante. L’ordigno sfrutta l’ossigeno dell’aria per generare un’esplosione ad alta temperatura che risulta particolarmente efficace contro bunker o trincee.

Il carburante contenuto nel suo serbatoio viene, infatti, rilasciato nel momento in cui l’ordigno colpisce il suo obiettivo, trasformandosi in una sorta di nube ad altissima temperatura. L’esplosione e la conseguente onda d’urto durano, quindi, più a lungo e sono più violente di quelle delle bombe convenzionali.

L’offensiva ucraina a Kursk, Zelensky: “La Russia deve sentire cosa si prova con la guerra nel proprio Paese”

La dura reazione del Cremlino certifica l’impreparazione della Russia di fronte a una mossa così inaspettata del nemico.

L’offensiva sul territorio russo da parte di Kiev, iniziata martedì 6 agosto, ha visto centinaia di soldati avanzare per molti chilometri dopo aver superato il confine all’altezza della regione di Sumy. Una facilità spiegata dall’evidente inadeguatezza delle difese russe che, molto probabilmente, non erano state predisposte per resistere a un simile attacco.

Combattimenti sono in corso da allora nell’area, con il governatore della regione di Kursk che ha ammesso la difficoltà della situazione. Dal canto suo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato l’attacco su suolo russo con poche ma inequivocabili parole, dicendo che “la Russia ha portato la guerra nel nostro paese, e dovrebbe sentire cosa si prova“.