Due giorni fa, l’8 agosto 2024, Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha consegnato nelle mani di Papa Francesco il “Piccolo lessico del fine vita”. Di cosa si tratta? Di un vademecum in cui la Chiesa assume un atteggiamento molto più aperto rispetto al passato anche recente sul tema del suicidio medicalmente assistito. Il passaggio più importante che contiene questo documento, infatti, invita a ricercare “uno spazio per la ricerca di mediazioni sul piano legislativo”. Per Raffaele Luise, uno dei vaticanisti più attenti al pontificato di Francesco, si tratta di un passo in avanti molto importante che il Parlamento italiano farebbe bene a sfruttare.

L’apertura della Chiesa sul fine vita. Il vaticanista Luise sulla scelta di Papa Francesco

Le problematiche legate al fine vita rappresentano uno dei nodi più dibattuti all’interno e all’esterno della Chiesa. In Italia, a tal proposito, sono state tante le storie simbolo che hanno spaccato anche l’opinione pubblica. Nel 2009, fece scalpore il caso di Eluana Englaro, una ragazza in coma vegetativo da 17 anni. Il padre Beppino ricevette l’autorizzazione a sospendere l’alimentazione artificiale alla figlia solo dopo 11 anni di processi e 15 sentenze, spesso discordanti tra loro. Nel 2017, invece, ci fu il caso di dj Fabo che scelse il suicidio assistito in Svizzera. Ad accompagnarlo fu Marco Cappato, presidente dell’associazione Luca Coscioni, che, in seguito a quell’atto, si autodenuciò facendo arrivare, però, a una sentenza storica la Cassazione: l’aiuto al suicidio non sempre è punibile. Grazie a questo pronunciamento, nel 2022, Federico Carboni, da 12 anni tetraplegico in seguito a un incidente, fu il primo italiano a ottenere l’accesso al suicidio medicalmente assistito. Ma tant’è: da allora, in Italia, si procede in forza di una sentenza, non di una legge vera e propria. Anche se un intervento normativo è stato invocato anche dalla Corte Costituzionale che, a luglio scorso, ha specificato che non può perpetrarsi una vacatio legis sul suicidio assistito, sebbene sia da intendere solo per i casi clinici irreversibili: l’eutanasia resta vietata.

Il paradosso della Chiesa che si muove prima del Parlamento

In Parlamento, tra Camera e Senato, sono depositate varie proposte di legge sul fine vita, come quelle del senatore Alfredo Bazoli del Pd (che dovrebbe essere discussa il 17 settembre) e del suo collega di Avs Peppe De Cristofaro e del deputato di Più Europa Riccardo Magi. Ma, paradossalmente, a muoversi prima su questo tema così spinoso, è stata la Chiesa: le 88 pagine del “Piccolo lessico del fine vita” che Monsignor Paglia ha consegnato a Bergoglio già giovedì scorso, 8 agosto, rappresentano un dizionario bioetico che riassume in 22 temi la posizione del Vaticano e aprono a una “mediazione legislativa” in particolare sui temi dell’idratazione e nutrizione forzata nei pazienti, specie in quelli in stato vegetativo, dell’accanimento terapeutico e del testamento biologico.

La chiave di lettura del vaticanista Raffaele Luise

Tag24.it ha discusso di questa apertura con Raffaele Luise, vaticanista che osserva da vicino il papato di Jorge Mario Bergoglio.

D C’era da aspettarsi quest’apertura della Chiesa sui temi del fine vita?

R “Sì. Già nel 2007 Papa Francesco fece presente la necessità di sapersi fermare, che l’accanimento terapeutico non è etico”.

D Dov’è il confine?

R “Quando la medicina migliora qualche parametro biologico, ma non la vita della persona”.

D Come si fa a individuarlo?

R “Con la saggezza di sapersi fermare. Del resto, già nel 2007 il Papa apriva alla possibilità di sospendere la nutrizione e l’idratazione in casi in cui non poteva esserci un miglioramento”.

D E’ l’unica novità recepita dal testo di Paglia?

R “No. Si apre anche al testamento biologico”.

D Altra novità importante.

R “Direi proprio di sì: fino a che c’è stato Camillo Ruini a capo dei vescovi Italiani (lo è stato dal 1991 al 2007, ndr) non si poteva nemmeno discutere nè di testamento biologico nè di alcuna apertura sul tema dell’eutanasia e del suicidio assistito. Ora, invece, c’è una disponibilità a vedere caso per caso”.

D E’ una delle novità più importanti del pontificato di Francesco?

R “In realtà, sull’etica, Francesco, anche nei rapporti col mondo Lgbtq+, ha sempre aperto molto: basti pensare alle benedizioni per le coppie non etero nonostante l’opposizione della Chiesa africana e americana. Questo documento è importante per la disponibilità al dialogo con le posizioni laiche”.

D Un bel passo in avanti.

R “Notevolissimo, perché invita a considerare caso per caso e a sospendere l’idratazione e il nutrimento quando non si fa altro che prolungare la morte, non la vita”.

D E’ ottimista sulla possibilità che il Parlamento italiano faccia una legge sul fine vita così come invocato anche la Corte Costituzionale?

D “Finché ci sarà una maggioranza di destra, no. Il Papa e Paglia sono, tra virgolette, più a sinistra dell’attuale Governo. Hanno superato l’epoca delle chiusure di Ruini, che arrivò a dire no al funerale di Welby, ma ora rimangono quelle della destra. Tant’è che di questo documento se ne parla poco sulla Rai…”.