Non per tutti suona la campanella della pensione di vecchiaia. Per fortuna, chi era escluso può rientrare nel traguardo, anche se non a 67 anni di età. Sono molti i lavoratori che stanno perfezionando i requisiti per la pensione di vecchiaia. Tuttavia, alcuni, per diversi motivi come contributi insufficienti, redditi superiori ai limiti previsti o altre condizioni specifiche, sono esclusi da questo trattamento e da altri. In questo articolo proveremo a fare chiarezza sui requisiti per la pensione di vecchiaia e sui motivi per cui alcuni ne sono esclusi.
Escluso dalla pensione di vecchiaia: quali alternative?
Secondo le attuali norme previdenziali, per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2024 e negli anni seguenti, è necessario aver compiuto 67 anni, aver versato almeno 20 anni di contributi e avere una pensione di importo pari o superiore all’assegno sociale, che sarà di circa 534 euro mensili nel 2024.
Le norme per coloro che avevano già raggiunto i requisiti prima del 2024 sono leggermente diverse, poiché l’importo minimo richiesto era più elevato.
Chi sono i “ripescati” della pensione di vecchiaia?
In realtà, il termine “ripescato” non è del tutto appropriato nel contesto previdenziale. Cerchiamo di chiarire la situazione di coloro che non soddisfano i requisiti generali per accedere alla pensione di vecchiaia.
Chi non raggiunge i 67 anni di età o non ha accumulato 20 anni di contributi si trova di fronte a un ventaglio di regole e soluzioni che possono posticipare l’età pensionabile di alcuni anni.
In sostanza, le alternative alla pensione di vecchiaia per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 (e sono quindi assoggettati al sistema contributivo) sono piuttosto limitate.
Per accedere alla pensione di vecchiaia in alcuni casi, è necessario:
- aver compiuto 71 anni;
- avere versato almeno 5 anni di contributi effettivi.
Attenzione, per i lavoratori iscritti al sistema contributivo dal 1996 in poi, la pensione a 71 anni rappresenta spesso l’unica via per accedere al pensionamento. A differenza della pensione di vecchiaia ordinaria, non è richiesto un importo minimo di pensione, il che rende questa soluzione accessibile anche a coloro che non hanno versato molti contributi.
E se non mi spetta la pensione di vecchiaia?
A questo punto, se non si riesce a ottenere la pensione di vecchiaia a 67 anni, nel sistema previdenziale sono disponibili altre alternative. La più utilizzata sicuramente è l’assegno sociale.
Questo trattamento economico rappresenta un valido aiuto economico per chi ha compiuto 67 anni e si trova in difficoltà economica.
Tuttavia, anche in questo caso, esistono dei vincoli da rispettare. Innanzitutto, per l’anno in corso, il valore dell’assegno sociale è pari a 534,41 euro al mese, corrisposti per 13 mensilità, quindi, si ha diritto a 12 mensilità di erogazione più la tredicesima mensilità erogata a dicembre.
L’ottimismo per quanti rientrano nei primi criteri viene meno a causa dei vincoli reddituali. Infatti, per ottenere l’accesso al trattamento, è indispensabile che il reddito personale non superi i 6.947,33 euro all’anno, mentre per i coniugati il limite è di 13.894,66.
Il sistema pensionistico italiano e le sue regole
La pensione per molti, non è garantita a 67 anni o anche dopo. In sostanza, pur non scendendo nel dettaglio delle misure, è importante sottolineare che non tutti hanno diritto a riceverla immediatamente.
Il sistema pensionistico italiano presenta regole specifiche che possono escludere alcuni lavoratori dalla pensione e, in alcuni casi, anche dall’assegno sociale.
Per ottenere la pensione di vecchiaia, è necessario aver maturato almeno 20 anni di contributi e aver compiuto 67 anni. Questo limite di età rimarrà in vigore fino al 2026. Successivamente, potrebbero verificarsi degli aumenti legati all’allungamento della vita media, con un possibile posticipo dell’età pensionabile di tre o cinque mesi.
Per i lavoratori che rientrano nel sistema contributivo (cioè quelli che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1995), il raggiungimento dei 67 anni non è sufficiente. È inoltre necessario che l’importo della pensione sia almeno pari a quello dell’assegno sociale.
In conclusione, chi percepisce la pensione di vecchiaia a 71 anni non è vincolato al trattamento minimo, ma ha diritto all’incremento al milione, potendo così beneficiare di un assegno più elevato, a condizione che siano soddisfatti i requisiti reddituali.