Il recente Decreto Omnibus, approvato nel Consiglio dei Ministri il 7 agosto 2024, ha apportato una modifica significativa alla scadenza prevista per la rivalutazione dei valori di acquisto di terreni e partecipazioni. Inizialmente fissato al 30 giugno 2024, il termine per beneficiare di questa agevolazione è stato prorogato al 30 novembre 2024. Questo slittamento rappresenta un’opportunità importante per i contribuenti, permettendo loro di rivalutare il costo di acquisto di terreni edificabili, agricoli e di partecipazioni possedute al 1° gennaio 2024, fuori dal regime d’impresa, con l’obiettivo di ridurre l’impatto fiscale su eventuali future plusvalenze.
Rivalutazione terreni 2024, chi può accedere? Soggetti ammissibili
L’accesso alla rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni è riservato a specifici soggetti. Tra questi troviamo:
- Persone fisiche, comprese quelle non residenti in Italia, a condizione che i beni siano detenuti fuori dall’ambito dell’attività d’impresa.
- Società semplici e associazioni professionali, le quali possono rivalutare i terreni e le partecipazioni possedute al di fuori del regime d’impresa.
- Enti non commerciali, ma limitatamente ai beni non collegati a un’attività commerciale.
È importante sottolineare che sono esclusi dalla possibilità di rivalutare i terreni e le partecipazioni i soggetti che detengono tali beni nell’ambito di un’attività imprenditoriale, ossia i titolari di reddito d’impresa.
Rivalutazione partecipazioni 2024: quali sono ammesse
Il regime di rivalutazione riguarda non solo i terreni, ma anche le partecipazioni. In particolare, possono essere rivalutate:
- Partecipazioni rappresentate da titoli quotati e non quotati. Questo include azioni di società quotate in borsa e titoli di società non quotate.
- Quote di partecipazione al capitale o al patrimonio di società non rappresentate da titoli. Ad esempio, le quote di S.r.l. (Società a Responsabilità Limitata) o di società di persone rientrano in questa categoria.
- Diritti e titoli attraverso cui è possibile acquisire le predette partecipazioni. Questo può includere strumenti come i diritti di opzione, warrant, e obbligazioni convertibili in azioni.
Per poter avvalersi della rivalutazione nel 2024, le partecipazioni devono essere possedute alla data del 1° gennaio 2024. La rivalutazione consente di affrancare, in tutto o in parte, le plusvalenze conseguite, riducendo così l’impatto fiscale futuro.
Rivalutazione terreni e partecipazioni 2024, la procedura: perizia giurata e versamento dell’imposta sostitutiva
La procedura per accedere alla rivalutazione richiede alcuni passaggi fondamentali:
- Redazione di una perizia giurata di stima. La perizia deve essere redatta da un professionista abilitato (come un ingegnere, un architetto, un geometra o un dottore commercialista) e deve stimare il valore del terreno o della partecipazione al 1° gennaio 2024. Questa perizia è un documento essenziale, poiché rappresenta la base su cui verrà calcolata l’imposta sostitutiva.
- Versamento dell’imposta sostitutiva. L’imposta sostitutiva è fissata al 16% del valore risultante dalla perizia. Questa imposta può essere versata in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2024, oppure rateizzata in tre rate annuali di pari importo. In caso di pagamento rateale, la seconda e la terza rata saranno maggiorate di un interesse annuo del 3%, calcolato a partire dalla scadenza della prima rata.
Calcolo dell’imposta sostitutiva: come funziona
L’imposta sostitutiva si calcola sull’intero valore della perizia giurata. Secondo quanto previsto dall’art. 9, comma 4, lettera a) del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), il valore normale di partecipazioni e terreni viene determinato sulla base della media aritmetica dei prezzi rilevati nel mese di dicembre 2023 per le quote e i diritti negoziati nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione.
Proroga scadenza rivalutazione terreni e partecipazioni 2024: conseguenze
La proroga al 30 novembre 2024 non solo offre più tempo ai contribuenti per completare la procedura di rivalutazione, ma ha anche importanti effetti economici. In particolare, questa estensione temporale favorisce la contendibilità delle piccole e medie imprese (PMI), aiutando a preservarne la competitività sul mercato. Inoltre, la proroga fornisce un impulso alle operazioni di riorganizzazione aziendale, facilitando il passaggio generazionale all’interno delle imprese familiari, un aspetto cruciale per la continuità e la stabilità delle stesse.
Un altro effetto positivo della proroga è la possibilità di utilizzare il bilancio di esercizio 2023 per effettuare la rivalutazione, evitando così la necessità di redigere un bilancio infrannuale. Questa semplificazione rappresenta dunque un vantaggio operativo per le imprese, riducendo i costi amministrativi e aumentando l’efficienza della gestione contabile.
Un aspetto importante da considerare è che, in caso di vendita della partecipazione a un valore inferiore a quello stabilito nella perizia, non si perde il beneficio dell’affrancamento. Questo significa che la decadenza dal regime di rivalutazione non si verifica automaticamente in presenza di minusvalenze, a meno che non vengano realizzate con modalità che ne invalidino gli effetti. La rivalutazione consente quindi una maggiore flessibilità nella gestione degli asset patrimoniali, permettendo ai contribuenti di sfruttare al meglio le opportunità di mercato senza compromettere i vantaggi fiscali acquisiti.