Carlo Acutis, noto come il “patrono di Internet”, sarà presto dichiarato santo. Il giovane è scomparso a soli 15 anni nel 2006 a causa di una leucemia fulminante ed è stato proclamato beato nel 2020 ad Assisi. La decisione è stata presa da Papa Francesco dopo un incontro con il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei Santi. Il culto di Carlo sarà celebrato ogni 12 ottobre. La motivazione alla base della sua canonizzazione sottolinea come la sua fede rappresenti un simbolo di speranza e ispirazione per chi affronta difficoltà personali e cerca conforto e guida spirituale. Papa Francesco lo aveva descritto come un “esempio di santità nell’era digitale”.
Chi è Carlo Acutis? Causa morte
Nel 2006, a soli 15 anni, Carlo fu improvvisamente colpito da una leucemia mieloide acuta M3, la forma più aggressiva della malattia, che lo portò alla morte in soli tre giorni, il 12 ottobre, all’ospedale San Gerardo di Monza. Poco prima di morire, Carlo espresse il desiderio di offrire le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa, promettendo alla sua famiglia che avrebbe dato loro molti segni della sua presenza. Questi segni si manifestarono nei miracoli che salvarono la vita a Matheus e a Valeria.
La sua tomba si trova nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, Santuario della Spogliazione, ad Assisi.
Miracoli
Carlo nacque a Londra il 3 maggio 1991, figlio di Andrea Acutis, figura di spicco dell’alta borghesia torinese e ex presidente di Vittoria Assicurazioni, e di Antonia Salzano. La famiglia viveva temporaneamente nel Regno Unito per motivi di lavoro legati alla carriera del padre di Carlo, che lavorava in finanza. Tuttavia, si trasferirono presto a Milano, dove Carlo frequentò le scuole elementari e medie presso le suore Marcelline e il liceo classico all’Istituto Leone XIII dei gesuiti, oltre a partecipare attivamente alle attività della parrocchia di Santa Maria Segreta.
A Milano, Carlo seguì la sua vocazione religiosa, dedicandosi con fervore alla preghiera e al volontariato presso la mensa dei Cappuccini e delle suore di Madre Teresa. La sua fede, non ereditata dalla famiglia, che non era praticante, venne sviluppata autonomamente nel breve tempo che ebbe a disposizione, prima di morire per una malattia inizialmente scambiata per una semplice influenza, che lo condusse rapidamente alla morte.
Il miracolo che ha condotto alla canonizzazione di Carlo riguarda la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano nato con un’anomalia congenita del pancreas, il cosiddetto pancreas anulare, che avrebbe richiesto un complicato intervento chirurgico. Nell’autunno del 2013, durante una benedizione con una reliquia di Carlo Acutis, un pezzo del pigiama che Carlo indossava poco prima di morire, Matheus toccò la reliquia su esortazione del nonno e pregò per la guarigione. Da quel momento, le sue condizioni migliorarono rapidamente, e la malformazione del pancreas scomparve, permettendo al bambino di riprendere uno sviluppo fisico normale. La guarigione, definita “istantanea, completa e duratura”, è stata considerata miracolosa dalla Consulta Medica della Congregazione delle cause dei santi, che ha espresso parere favorevole nel novembre 2019, aprendo così la strada alla canonizzazione.
Un altro miracolo attribuito a Carlo Acutis, e che ha contribuito alla sua santificazione, riguarda la guarigione di Valeria, una giovane costaricana che nel 2018 si trovava a Firenze per motivi di studio. Il 2 luglio 2022, Valeria cadde dalla bicicletta riportando un grave trauma cranico. Nei giorni seguenti, la madre di Valeria, Liliana, si recò ad Assisi per pregare davanti alla tomba di Carlo Acutis, chiedendo la sua intercessione. Quella stessa sera, giunse la notizia del repentino miglioramento delle condizioni di Valeria, che fu poi attribuito all’intervento miracoloso del giovane.
Carlo Acutis, nonostante le sofferenze inflittegli dalla malattia, mantenne una fede profonda e incrollabile, affermando spesso: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”. Devoto alla Madonna, recitava quotidianamente il rosario e partecipava alla messa, utilizzando nel contempo il web per diffondere il messaggio cristiano e impegnarsi nel volontariato. Come raccontato dalla madre Antonia, Carlo “amava pregare, ma era anche un ragazzo modernissimo”.