Si chiamava Dritan Idrizi e aveva 37 anni l’uomo di origine albanese che mercoledì sera ha perso la vita dopo aver ricevuto una coltellata al cuore a Tavullia, in provincia di Pesaro e Urbino. In tre, in totale, sono stati arrestati per la vicenda: due sono accusati di lesioni personali aggravate; uno di omicidio.
Chi è Dritan Idrizi, il 37enne albanese accoltellato a Tavullia, Pesaro
Stando a quanto riporta Il Resto del Carlino, l’uomo, che dall’ex moglie aveva avuto una figlia, era benvoluto dalla sua comunità. Residente a Riccione, ultimamente era domiciliato a casa di un parente a San Giovanni in Marignano ed era disoccupato. Alle spalle, un precedente: un arresto per droga risalente al 2017.
L’omicidio al culmine di un regolamento di conti
Sui social sono numerose le foto che lo ritraggono in momenti felici della sua vita, spesso in compagnia della figlia. Chi lo conosceva ora è disperato: in tanti, secondo il quotidiano già citato, si sarebbero recati, tra ieri e oggi, davanti all’obitorio del Ceccarini chiedendo di poter vedere la sua salma, che però è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria.
L’obiettivo di chi indaga è fare chiarezza sulle coltellate che il 37enne ha ricevuto mercoledì sera, 7 agosto 2024. Stando a quanto ricostruito finora, si sarebbe recato a Tavullia per un regolamento di conti con alcuni connazionali: persone da cui avrebbe dovuto riscuotere una somma di circa 5 mila euro per dei presunti lavori.
Era in compagnia di almeno due persone, armate di coltelli e bastoni. Circostanza che avrebbe fatto scattare il gruppo rivale. Uno di loro, impugnando un’arma, avrebbe colpito Dritan all’altezza della milza, al torace e al cuore, provocandogli una grave emorragia. Inutile la corsa verso il Centro assistenza urgenza (Cau) di Cattolica: al suo arrivo il 37enne era già morto.
Tre le persone arrestate
In tre, in totale, sono stati arrestati per la vicenda: oltre ai due uomini di 28 e 54 anni che avrebbero accompagnato la vittima sul luogo della tragedia (un suo amico e suo zio) – accusati di lesioni personali aggravate -, anche quello che ha colpito il 37enne.
Si chiama Artur Cerria, ha 37 anni e, dopo aver fatto il carpentiere, qualche tempo fa avrebbe aperto una ditta di vendita al dettaglio su internet. Secondo Il Resto del Carlino, che ne ha reso note le generalità, insieme alla moglie e al figlio, nel corso della colluttazione, sarebbe rimasto a sua volta ferito. Trasferito in carcere, avrebbe ammesso le sue responsabilità.
Il precedente di Frosinone
La vicenda di Tavullia avrà riportato alla mente di qualcuno quella consumatasi a Frosinone lo scorso marzo. Erano da poco passate le 19.30 del giorno 9 del mese, quando in via Aldo Moro, al centro della cittadina ciociara, un 23enne di nazionalità albanese – accompagnato da alcuni suoi connazionali – si recò davanti allo Shake bar e colpì a morte con una pistola il 27enne Kasmi Kasen, ferendo il fratello Ervin e altre due persone.
Sembra che tra loro ci fossero vecchie ruggini: di che tipo, di preciso, non è mai stato ricostruito. L’autore della sparatoria, Michea Zaka, immediatamente arrestato per omicidio e triplice tentato omicidio, davanti agli inquirenti si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’ipotesi è che abbia colpito l’avversario per una “donna contesa”, ma non si escludono motivi diversi, come un regolamento di conti per droga. Pare che fosse stato già fermato un paio di volte per un giro di droga al Casermone, famoso luogo di spaccio del Frusinate.