Non c’è grande vittoria, se dietro non c’è una guida sapiente. L’oro nel doppio di tennis femminile alle Olimpiadi di Parigi 2024 targato Jasmine Paolini e Sara Errani è storia vera, nessuna coppia c’era mai riuscita. Loro due si, una storia nata un anno e mezzo fa, di frutti ne ha portati eccome. Per Jasmine una soddisfazione immensa, arrivata grazie anche al suo maestro, ovvero coach Renzo Furlan.
Un nome, un’istituzione in questo mondo. Dalle sue parti sono passati tanti, da Francesca Schiavone a Simone Bolelli, per arrivare infine alla Paolini. Grazie a lui ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi mesi, come confermato dal ranking mondiale che ad oggi mette l’azzurra al quinto posto. “E’ stato un anno ricchissimo di soddisfazioni”, spiega Furlan, che svela il segreto di questo lavoro: “La comunicazione: ci confrontiamo tantissimo tra di noi”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, ma riuscirà a confermarsi nel prossimo futuro tra le prime tre al mondo? “Non pongo limiti”, ha affermato Renzo Furlan a Melting Sport su Radio Cusano Campus.
Jasmine Paolini e un oro da leggenda, le parole del coach Renzo Furlan
Jasmine Paolini scrive la storia del tennis italiano dopo la medaglia d’oro ottenuta nel doppio femminile con Sara Errani alle Olimpiadi, con il suo coach Renzo Furlan che esalta la sua allieva.
D: Coach, un lavoro importante quest’anno.
R: Anno ricchissimo di soddisfazioni, Jasmine ha portato il tennis a un livello che non ci aspettavamo, la medaglia è la logica conseguenza di un percorso iniziato tempo fa.
D: Stagione d’oro per la Paolini: qual è stato il segreto oltre al lavoro quotidiano?
R: Non so se ci sono segreti, io credo fondamentalmente che la chiave sia la grande comunicazione. Abbiamo lo stesso modo di vedere le cose, affrontiamo qualsiasi sfida confrontandoci molto. Un allenatore può fare la differenza se sviluppa empatia con il proprio giocatore, con un rapporto fiduciario da parte di entrambi; il giocatore deve credere nel lavoro del tecnico, e viceversa.
D: Quale può essere il nuovo obiettivo a breve termine?
R: Il bello del tennis è che ci sono sempre lavori in corso. Pensiamo sempre al gioco e alla prestazione. Ora c’è la trasferta con gli US Open e poi la Cina per provare ad arrivare al master: arrivarci sarebbe il sogno di qualsiasi giocatore.
Furlan: “Un percorso partito da lontano”
Jasmine Paolini è sulla bocca di tutti, tutto questo grazie ad un percorso a tappe per il coach Renzo Furlan.
D: L’exploit di Jasmine negli ultimi mesi è stato fantastico: aveva capito che si sarebbe ritagliata uno spazio importante?
R: Partendo da lontano, avevo già intravisto un grande potenziale. Ma quando c’è, tutti pensano sia facile prevedere la cosa più difficile, perché non sai fino a dove ci si possa spingere. Io credo che l’exploit sia arrivato alla fine dell’anno scorso, con un serie di risultati che hanno catapultato Jasmine nelle prime trenta. Lì c’è stata una presa di coscienza diversa, e poi lei ci ha preso gusto come abbiamo visto, trovando sicurezza nel suo tennis.
D: Ormai il tennis è seguitissimo, bambini e non seguono le orme dei professionisti.
R: Sono i singoli che creano la differenza. Io penso che Berrettini abbia aperto una porta dopo la sua finale di Wimbledon, creando interesse per questo sport. Poi sono gli elementi positivi che portano interesse, come Sinner che è un ragazzo straordinario, o la stessa Jasmine quinta al mondo, e tutti vedono in lei la ragazza dal grande sorriso. Questo positivismo genera interesse.
D: Quando ha pensato che potesse arrivare a medaglia?
R: Io pensavo che ci arrivasse anche nel singolo. La medaglia d’oro col doppio è partita un anno e mezzo fa, quando Sara Errani ci fece la proposta. E poi la maniera in cui ci sono arrivate: l’obiettivo era affrontare questo percorso bene, e vedendo quello che hanno fatto prima delle Olimpiadi mi hanno lasciato buone sensazioni.
D: Dovremo aspettare molto prima di vederla tra le prime tre al mondo?
R: Quando siamo partiti eravamo trentesimi, e noi poniamo obiettivi raggiungibili a breve. Così abbiamo ottenuto il quinto posto. Può essere un obiettivo che non arriverà mai, vista la competizione forte, così come può succedere eccome. Io non pongo limiti, e sinceramente credo che ce l’abbia nelle corde, anche se di fronte c’è una Swiatek che fa un altro sport.