Qualche novità sulla Zona economica speciale (Zes) Unica 2024 è arrivata con il decreto omnibus del Consiglio dei ministri, sia per quanto concerne la determinazione del credito spettante, che sulle modalità di comunicazione dell’importo stesso. Il decreto stabilisce che le risorse destinate alla misura che consente di effettuare investimenti di beni materiali e immateriali delle imprese con sede nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia siano aumentate di 1,6 miliardi di euro.
In totale, dunque, considerando le risorse per 1,8 miliardi di euro stanziate in origine (1,67 miliardi di euro, escludendo i 130 milioni di euro a favore delle imprese agricole), il totale dei fondi della misura ammonta a 3,27 miliardi di euro. Si attende anche una riprogrammazione di risorse della Politica di coesione 2021-2027 che potrebbero incrementare la dotazione finanziaria fino a 4,2 miliardi di euro.
Il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, ha spiegato, a margine dell’adozione del decreto omnibus, come avverrà la procedura di comunicazione del credito d’imposta spettante a ciascuna impresa per le agevolazioni della Zes Unica 2024.
Zes come sapere importo spettante del credito imposta 2024?
Per conoscere l’importo del credito d’imposta che spetta alle imprese che hanno presentato la domanda della Zona economica speciale (Zes) Unica, occorre attendere un nuovo provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, da adottarsi entro la data del 12 dicembre 2024.
Mediante il provvedimento si determinerà l’entità del credito d’imposta spettante effettivamente alle imprese richiedenti. L’importo del bonus si calcolerà sulla base degli investimenti che, in concreto, verranno realizzati e indicati nelle comunicazioni integrative.
Come richiedere il bonus Zona economica speciale 2024? Nuovo documento da inviare a dicembre 2024
Il decreto omnibus adottato dal Consiglio dei ministri del giorno 7 agosto 2024 supera, pertanto, il decreto adottato il 22 luglio 2024. A tal proposito, è da evidenziare che il nuovo decreto del 12 dicembre 2024 arriverà a margine della presentazione di una nuova comunicazione che le imprese richiedenti la Zes Unica dovranno inviare all’Agenzia delle entrate. Nella nuova comunicazione, decisa nel decreto omnibus del 7 agosto, le imprese dovranno inserire:
- il credito d’imposta in effetti maturato sulle proprie spese di investimento dal 1° gennaio al 15 novembre 2024;
- le fatture elettroniche riguardanti dette spese;
- gli estremi delle certificazioni delle spese, rilasciati da un soggetto incaricato della revisione legale dei conti.
Come funziona credito d’imposta beni strumentali 2024?
In merito all’importo che le imprese percepiranno come credito d’imposta della Zona economica speciale Unica 2024, è da evidenziare che le domande pervenute tramite la piattaforma ZES UNICA dell’Agenzia delle entrate sono state oltre 16mila, a fronte di più di 9,4 miliardi di euro di investimenti effettivi e presunti da farsi.
Il totale delle spese per investimenti concretamente già avvenuti entro la finestra di domanda dal 12 giugno al 12 luglio 2024 è pari a 167 milioni di euro, pari al 2% del totale, secondo quanto riferisce il ministero per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr. La stragrande maggioranza degli investimenti dovrà essere confermata da effettive spese entro il 15 novembre 2024.
Zes, come sapere se l’importo è più alto del 17% di agosto 2024?
La percentuale calcolata dall’Agenzia delle entrate sulla media del credito d’imposta spettante alle imprese per la Zona economica speciale 2024 è pari al 17,6668%, rispetto a punte di aliquote del 60% prospettate dal provvedimento originario della Zes Unica 2024. Tuttavia, con le nuove risorse e con i mancati effettivi investimenti delle imprese (o con lo spostamento di progetti delle stesse verso la Transizione 5.0), si prevede un ricalcolo del bonus spettante. Di certo la forbice verso la percentuale del 60% dovrà essere dimezzata.
“Nei giorni scorsi, abbiamo assistito a polemiche del tutto strumentali che valorizzavano il numero delle proposte di investimento, senza alcuna verifica in ordine alla possibilità delle stesse di tradursi in investimenti concreti – ha detto Raffaele Fitto – Con l’intervento normativo, il Governo dimostra, ancora una volta, il proprio costante impegno per lo sviluppo e la competitività del tessuto economico-produttivo delle regioni del Mezzogiorno attraverso iniziative di sostegno che, nel mettere in campo risorse economiche di gran lunga superiori a quelle previste dai precedenti Esecutivi, forniscono risposte certe e chiare al sistema delle imprese”.