Italia Viva di Matteo Renzi farà parte del Campo Largo, anzi larghissimo, come stanno battezzando i giornali la coalizione di centrosinistra che, per sfidare Giorgia Meloni, potrebbe andare da Azione alla sinistra ambientalista di Fratoianni e Bonelli? Il diretto interessato, nonostante i mal di pancia di Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, è convinto ancora di sì. Lo ha confidato ai microfoni di Tag24.it oggi, 8 agosto, mentre, sotto il sole bollente di largo Argentina, a Roma, è stato presente ai banchetti per la raccolta firme che Italia Viva ha organizzato per il referendum contro l’Autonomia differenziata, una delle “parole chiave” indispensabili per entrare a far parte del club del centrosinistra.

Renzi e il Campo Largo: il messaggio a Conte, Bonelli e Fratoianni

Secondo Matteo Renzi, al di là delle differenze che ci sono e rimarranno tra Italia Viva da una parte e Avs e Movimento Cinque Stelle dall’altra, il Campo larghissimo è possibile solo con un “contratto alla tedesca”. Cosa significa? Sottoscrivendo tutti un programma condiviso. E quindi ripete come un mantra:

“La cosa è molto semplice: se il centrosinistra mette i veti, è destinato a perdere. Se vuole i voti, invece, vince”

Come controprova, Renzi porta il caso-Basilicata:

“In Basilicata, quando Fratoianni, Bonelli e Conte hanno messo un veto su di noi, ha vinto il centrodestra…”

Un vero peccato, secondo l’ex premier. Perché, secondo lui, il centrosinistra, numericamente, è già maggioranza:

“Ora però deve diventare maggioranza anche dal punto di vista politico. Italia Viva non diventerà mai un partito simile al Movimento Cinque Stelle e a Alleanza Verdi e Sinistra, per fortuna loro e nostra. Ma è sui contenuti che si costruisce l’alternativa al centrodestra di Giorgia Meloni. E su questo c’è stata una novità importante: il Pd di Elly Schlein ha aperto a un confronto programmatico con tutti, senza veti. Se invece qualcun altro li preferirà, farà un grande regalo a Giorgia Meloni”

Renzi sulla fronda interna di Italia Viva capeggiata da Marattin

Sta di fatto che Matteo Renzi, prima ancora di essere accettato da tutti nel club del centrosinistra, deve risolvere un problema interno al suo partito. Quando, in contemporanea alla Partita del Cuore, ha comunicato il cambio di linea politica con l’addio al Terzo Polo e il ritorno organico di Italia Viva nel centrosinistra, ha dato origine a una fronda interna capeggiata dal deputato Luigi Marattin: per quest’ultimo, il cambio della ragione sociale del partito dovrebbe essere ratificato da un congresso e non solo dall’assemblea nazionale, i cui componenti sono tutti renziani doc. Ma, interpellato su questo punto, il senatore di Rignano l’ha messa così:

“Noi, andando a vedere le carte di Elly Schlein quando ha aperto ad allargare il centrosinistra, abbiamo fatto un’operazione bella tosta, tant’è che immaginavo di perdere per strada qualche parlamentare o qualche consigliere regionale. Ma, al momento, su sedici parlamentari, contrario al ritorno nel centrosinistra ce n’è solo uno: Marattin. E su diciannove tra consiglieri regionali e assessori, ce n’è solo un altro. Ora: è legittimo avere opinioni diverse, ma credo che, nell’assemblea del 28 settembre che valuterà se la mia scelta è giusta, la maggioranza sarà schiacciante”

Renzi sulla riforma della giustizia del Governo Meloni

In ogni caso: che il matrimonio con il centrosinistra non sia la cosa più facile del mondo lo testimonia anche un tema caldo di questi giorni, quello della giustizia. Renzi ha detto che, a tal proposito, sarebbe pronto a seguire la direzione del ministro Carlo Nordio sulla scia del garantismo. Peccato, però, che, secondo lui, ad imporsi nella linea politica del Governo Meloni sia l’ala giustizialista di Fratelli d’Italia capeggiata dal sottosegretario di via Arenula, Andrea Delmastro: “l’amico dei pistoleri”, lo chiama Renzi, ricordando la vicenda dello sparo durante la festa di Capodanno che lo coinvolse.