Nel 2024, il governo italiano ha introdotto l’evasometro, uno strumento innovativo destinato a sostituire il redditometro per combattere l’evasione fiscale. In realtà, lo strumento si chiama ancora redditometro, ma è molto simile all’evasometro. Questo cambiamento è stato sancito dal decreto legislativo 108 del 5 agosto 2024. L’obiettivo dello strumento è quello di concentrare i controlli su situazioni di evasione più rilevanti, riducendo il rischio di “falsi positivi”. Vediamo nel dettaglio come funziona questo nuovo strumento e quali sono le principali differenze rispetto al precedente redditometro.
Redditometro vs evasometro: principali differenze
Il redditometro, introdotto nel 1973, era uno strumento utilizzato per confrontare il reddito dichiarato dai contribuenti con le loro spese effettive. Questo strumento è stato sospeso nel 2018 e, successivamente, modificato dall’attuale governo guidato da Giorgia Meloni. Il redditometro si basava su un elenco dettagliato di spese che includeva acquisti di case, auto, mutui, viaggi, assicurazioni e altro. Tuttavia, spesso includeva anche contribuenti in regola con il fisco, generando numerosi “falsi positivi“.
L’evasometro 2024, invece, prevede un approccio più mirato. La differenza principale risiede nella soglia di scostamento richiesta per l’attivazione dei controlli. Mentre il redditometro scattava con uno scostamento del 20% del reddito dichiarato, l’evasometro richiede che questo scostamento sia almeno dieci volte l’assegno sociale annuo, ossia 69.700 euro nel 2024.
Quali sono le soglie del nuovo redditometro, o evasometro, nel 2024
Per comprendere meglio il funzionamento dell’evasometro, è fondamentale conoscere le nuove soglie introdotte. Nel 2024, abbiamo scritto, la soglia per l’attivazione dei controlli è fissata a 69.700 euro. Questo significa che i controlli fiscali scatteranno solo se il reddito complessivo stimato supera di dieci volte l’assegno sociale annuo. Pertanto, un contribuente che dichiara 30.000 euro non sarà soggetto a controlli fino a quando il suo reddito stimato non supererà i 69.700 euro.
Inoltre, lo scostamento tra il reddito ricostruito e quello dichiarato deve essere almeno del 20%. Questa doppia soglia garantisce che i controlli siano più selettivi e concentrati sui casi di evasione più significativi.
Categorie di spesa sotto la lente del fisco: quali sono
Nonostante le modifiche, le categorie di spesa considerate dall’evasometro rimangono simili a quelle del redditometro. Tra queste spese troviamo:
- Spese di consumo quotidiano: alimentari, bevande, abbigliamento e calzature.
- Spese per la casa: affitto, spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, bollette utenze domestiche, mutuo.
- Trasporti e veicoli: acquisti, manutenzione e leasing di auto, moto, camper e anche mezzi di trasporto aereo e marittimo.
- Salute: medicine, visite mediche e polizze assicurative.
- Tempo libero e cultura: abbonamenti a pay-tv, eventi culturali e sportivi, acquisti di libri e dispositivi elettronici.
- Istruzione: tasse scolastiche e universitarie, spese per soggiorni studio.
- Investimenti: acquisto di beni di lusso, donazioni e investimenti finanziari.
Queste categorie di spesa permettono di stimare il reddito reale dei contribuenti e di individuare eventuali discrepanze con il reddito dichiarato.
Meccanismi di controllo e prevenzione
Il funzionamento dell’evasometro si basa su un’analisi del rischio evasione, utilizzando sia le banche dati tradizionali che le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale. Questo consente di incrociare le informazioni disponibili e di identificare eventuali discrepanze nei dati dei contribuenti.
Prima di procedere all’accertamento, come abbiamo scritto, devono sussistere contemporaneamente due condizioni:
- Lo scostamento tra il reddito dichiarato e quello ricostruito tramite le spese effettuate per le categorie sopra riportate deve essere di almeno il 20%.
- Lo scarto deve essere superiore almeno a dieci volte l’assegno sociale annuo (69.700 euro nel 2024).
Queste condizioni permettono di evitare i “falsi positivi” e di concentrarsi su casi di evasione fiscale significativi.
Come difendersi dall’evasometro 2024
I contribuenti hanno la possibilità di giustificare gli scostamenti tra redditi dichiarati e spese sostenute fornendo prove che dimostrino la legittimità delle loro spese. Tra le giustificazioni accettabili troviamo:
- Utilizzo di redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo di imposta, dimostrando che i risparmi utilizzati per consumi e investimenti si sono formati negli anni precedenti.
- Utilizzo di redditi esenti.
- Utilizzo di redditi soggetti a ritenuta alla fonte o legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile.
- Sostenimento delle spese da parte di soggetti diversi dal contribuente.
Queste prove devono essere fornite all’Agenzia delle Entrate per evitare accertamenti fiscali.