Un’altra giornata storica per gli indipendentisti catalani. Nonostante un mandato di arresto pendente, l’ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, è tornato a Barcellona dopo sette anni di esilio in Europa. Puigdemont è atterrato oggi 8 agosto. Il leader indipendentista rischia ora l’arresto.

Che fine ha fatto l’ex presidente della Catalogna Puigdemont?

Carles Puigdemont è tornato in Spagna per partecipare al dibattito sull’investitura del politico socialista, Salvador Illa. Questo ritorno segna un momento significativo nella storia della Catalogna. Dopo la dichiarazione di indipendenza fallita nel 2017, Puigdemont si era autoesiliato in Belgio. Durante questi sette anni, il leader di Junts ha stabilito il suo quartier generale a Waterloo, continuando senza sosta le sue attività politiche a favore dell’indipendenza catalana.

Dal 2017, l’ex presidente catalano ha affrontato numerosi tentativi di incarcerazione. Sono stati emessi diversi mandati d’arresto nei suoi confronti, e Puigdemont è stato arrestato due volte, in Germania e in Italia, per poi essere rilasciato. Attualmente, è in vigore un mandato d’arresto nazionale contro di lui.

Puigdemont è rientrato a Barcellona giovedì 8 agosto e rischia un nuovo arresto nel suo paese.

Carles Puigdemont: “Ci perseguitano da sette anni”

L’ex presidente della Catalogna è stato accolto dal presidente del Parlamento catalano, Josep Rull, e da altri politici di Junts. Migliaia di persone si sono radunate davanti al Parlamento della Catalogna. Durante la sua prima apparizione, Puigdemont ha criticato gli eventi del 2017, sostenendo che il referendum sull’indipendenza ha provocato una “feroce repressione”:

Ci perseguitano da sette anni perché volevamo ascoltare la voce del popolo catalano, anni fa è iniziata una repressione molto dura. Hanno trasformato l’essere catalano in qualcosa di sospetto.

Nel periodo successivo all’autoesilio di Puigdemont, il governo di Pedro Sanchez si è impegnato ad approvare una legge sull’amnistia. Questa mossa non sorprende, considerando che Sanchez ha ottenuto il supporto esterno dei partiti catalani per formare il governo. La legge è stata approvata il 30 maggio scorso. Nonostante le richieste di applicazione dell’amnistia da parte di Puigdemont e di altri politici indipendentisti, quest’ultima non è stata riconosciuta per loro. La Corte Suprema spagnola ha stabilito che, nel caso del leader catalano, la norma non può essere applicata ai presunti reati di appropriazione indebita a scopo di lucro personale. Nel discorso di oggi, Puigdemont ha affermato:

Non ci interessa essere in un Paese in cui le leggi sull’amnistia non prevedono l’amnistia.

L’investitura di Illa

Il leader di Junts, Carles Puigdemont, era atteso alla sessione di investitura del socialista Salvador Illa. Tuttavia, non è entrato al Parlamento dopo il suo discorso al pubblico. Si prevedeva che Puigdemont potesse essere arrestato prima della sessione plenaria ma la sua improvvisa fuga ha sorpreso molti.

Il leader del partito di opposizione PP, Alberto Feijoo, ha definito il ritorno di Puigdemont come un’“umiliazione insopportabile” e ha colto l’occasione per criticare il premier Sanchez, che ritiene il principale responsabile del clamore suscitato dal ritorno dell’ex presidente catalano:

Un’umiliazione insopportabile. Ancora uno. È doloroso assistere dal vivo a questo delirio di cui Pedro Sanchez è il principale responsabile. È imperdonabile danneggiare l’immagine della Spagna in questo modo.

Il politico socialista Salvador Illa attende la votazione al parlamento catalano. Durante il suo intervento, ha chiesto l’applicazione della legge sull’amnistia, sottolineando l’importanza della coesistenza, pluralità e diversità. Illa, che dovrebbe ottenere appena la maggioranza con 68 deputati, conta sul sostegno previsto dell’Erc e dei Comuns per la sua elezione.