Con l’apertura della piattaforma telematica del Gestore dei servizi energetici (Gse) si apre la possibilità di richiesta dei bonus legati alla Transizione 5.0 purché si realizzino anche le percentuali di riduzione dei consumi energetici indicate nel decreto del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) di Adolfo Urso. La misura realizza uno degli obiettivi più importanti in ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con risorse stanziate pari a circa 6,3 miliardi di euro.

Per le imprese, la richiesta del credito d’imposta ha delle percentuali che vanno dal 5% al 45%. L’entità del bonus sulla Transizione 5.0 dipende dall’importo dell’investimento effettuato e dalla percentuale di riduzione dei consumi e di efficientamento energetici. A tal proposito, a seconda dell’importo della spesa delle imprese, occorre far riferimento a una delle tre fasce di risparmio energetico. Un gioco di coordinate nel quale si individua la percentuale di credito d’imposta spettante per arrivare a finanziare investimenti di rilevante entità, per spese fino a 50 milioni di euro.

Transizione 5.0, quali sono le percentuali bonus?

ùIl credito d’imposta legato agli incentivi sulla Transizione 5.0 consente di ottenere una percentuale di copertura delle spese sostenute dalle imprese per gli investimenti ammissibili di beni materiali e immateriali. Rispetto alla versione 4.0 del bonus, la nuova Transizione 5.0 ammette gli incentivi sugli stessi beni 4.0, aggiungendo però degli obiettivi di riduzione e di efficientamento dei consumi energetici realizzati dalle imprese richiedenti.

Tre fasce di riduzione dei consumi energetici: dal 3% a oltre il 15%

Le riduzioni di consumi energetici da realizzare si suddividono per tre fasce. Nella I fascia le percentuale di abbattimento sono quelle del 3% o del 5%. L’aliquota del 3% fa riferimento all’efficientamento dei consumi energetici nella struttura produttiva di riferimento degli investimenti; la seconda aliquota si riferisce ai consumi interessati dallo specifico investimento.

La II fascia di riduzione dei consumi energetici prevede tagli, rispettivamente, del 6% e del 10%. La III fascia prevede, infine, incentivi per abbattimenti superiori al 10% nella struttura produttiva o di più del 15% sui processi interessati dagli investimenti.

Percentuali di bonus a seconda del taglio dei consumi energetici: ecco quali sono

Per la I fascia di riduzione dei consumi energetici (3% e 5%), il credito d’imposta legato alla Transizione 5.0 è pari al:

  • 35% delle spese per investimenti fino a 2 milioni e mezzo di euro;
  • 15% delle spese per investimenti da 2,5 a 10 milioni di euro;
  • 5% delle spese per investimenti di importo superiore a 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro.

Transizione 5.0 percentuali bonus: a chi conviene di più?

Per quanto riguarda la II fascia di riduzione dei consumi energetici ai fini della domanda di credito d’imposta sulla Transizione 5.0, l’abbattimento deve essere del 6% dei consumi energetici nella struttura produttiva di riferimento degli investimenti o del 10% sui consumi interessati dallo specifico investimento. Il credito d’imposta spettante all’impresa si calcola nelle aliquote del:

  • 40% della spesa, per investimenti fino a 2 milioni e mezzo di euro;
  • 20% della spesa, per investimenti da 2 milioni e mezzo a 10 milioni di euro;
  • 10% per investimenti eccedenti i 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro.

Obiettivi di riduzione dei consumi energetici e di efficientamento con i bonus 5.0

Per quanto concerne la terza fascia di efficientamento energetico della Transizione 5.0, le percentuali di credito d’imposta da applicare sono le seguenti:

  • 45% della spesa, per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 25% della spesa, per investimenti da 2,5 a 10 milioni di euro;
  • 15% per investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro.