La firma del Dl Carceri continua a far discutere la Camera: l’Aula del Parlamento è in preda alle scintille, anche per via del botta e risposta tra la deputata Lega Simonetta Matone e il dem Marco Lacarra. Una polveriera pronta ad esplodere. Il seme della discordia nasce nell’odg passato all’esame nella giornata di mercoledì 7 agosto 2024: fuoco e fiamme scoppiano soprattutto sull’investimento nelle case protette per le donne in gravidanza e i bambini. Non che sul resto del decreto legislativo maggioranza e opposizione vadano d’amore e d’accordo.
Dl Carceri Matone (Lega) e Lacarra (Pd), scintille sulla firma alla Camera
Ad agosto fa caldo anche nelle mura del Parlamento, non tanto per via delle alte temperature che affliggono Roma, ma per il clima di dibattito legato alla discussione sul Dl Carceri. Il cosidetto “Svuota carceri” ancora infiamma maggioranza e opposizione. La situazione all’interno delle strutture penitenziari in Italia è al collasso e lo Stato sta cercando di correre ai ripari.
Da mesi va avanti uno scontro su questo tema così scottante che non sembra proprio voler arrivare ad un lieto fine; ad acquietare gli animi dei parlamentati non basta nemmeno l’avvicinarsi delle vacanze. L’Aula della Camera è on fire mercoledì 7 agosto 2024. Dal Partito Democratico, Marco Lacarra rinnova il suo invito ad investire sulle case protette destinate a donne incinte e bambini, così da evitare loro il carcere.
Si accende poi dalla Lega Simonetta Matone, di tutt’altra opinione rispetto alle soluzioni proposte dal Pd sulla questione, in seguito alla riformulazione del governo accettata da Lacarra, chiede di firmare “a titolo personale” l’odg tanto discusso, mentre si raccoglie il consenso di altri gruppi.
Lacarra non accetta la richiesta dell’ex magistrato e motiva la sua contrarietà puntando sul fatto che la deputata della Lega in precedenza si sarebbe “sempre espressa in modo contrario in Commissione”. Da lì la polemica si accende, al punto da richiedere una sospensione della seduta parlamentare.
Lacarra in un’intervista rilasciata a Radio Radicale nei giorni scorsi aveva espresso tutta la sua preoccupazione riguardo il Dl Carceri, definendo questo provvedimento non in grado di:
“Risolvere la situazione di emergenza nelle carceri, il problema del sovraffollamento e le condizioni delle strutture. Parliamo di un pacchetto già pronto e confezionato. Sono state sollevate questioni di merito non considerate dalla maggioranza. Noi del Pd continueremo a fare la nostra battaglia. La situazione è molto tesa perché c’è un’emergenza nell’emergenza, cioè il caldo e la presenza di temperature elevate in ambienti che non sono adeguati da questo punto di vista”. Poi abuso strumento decreto legge, uso anticostituzionale”.
Dl Carceri, botta e risposta tra Matone e Lacarra | VIDEO
Sul canale youtube della Camera dei Deputati è possibile recuperare il video della discussione sulla firma del Dl Carceri del 7 agosto 2024. Per non perdere nessun intervento e scoprire quello che è successo tra la deputata della Lega Simonetta Matone e Marco Larcarra del Partito Democratico, ecco il link:
Dl Carceri, Barrelli: “Forza Italia avrebbe voluto di più”
Tag24, grazie all’inviato Michele Lilla, ha raggiunto Paolo Barrelli, deputato di Forza Italia, si esprime sulla polemica nata in Aula che ha visto protagonisti Simonetta Matone e Marco Lacarra, sottolineando come tutta la vicenda sia solo una “strumentalizzazione”, sarebbero “schermaglie” delle controparti. Per Forza Italia occorrerà “valutare altri provvedimenti nel tempo per far sì che le madri nelle carceri non debbano far soffrire i figli appena nati o nascituri quelle problematiche di solito si creano nelle strutture penitenziarie”.
Poi Barrelli ha aggiunto:
“Forza Italia avrebbe voluto qualche cosa di più in materia, ma è un buon punto di arrivo. Occorre garantire ai cittadini che i condannati scontino la pena fino in fondo. D’altra parte dal punto di vista umano ed etico è fondamentale fornire garanzie e tutele adeguate. Forza Italia è attento anche alla tutela di chi lavora all’interno delle carceri”.