Problemi e polemiche annunciate. Così Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera e presidente della Federnuoto, commenta l’inquinamento della Senna e i conseguenti rischi alla salute degli atleti alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Rischi che stanno mettendo in difficoltà gli stessi nuotatori, con il campione italiano Gregorio Paltrinieri che ha espresso più di una perplessità sulla sua partecipazione alla 10 km in acque libere che si dovrebbe disputare proprio nel fiume parigino incriminato (e inquinato).

Ipotesi che Barelli preferisce non commentare, accusando invece gli organizzatori dei Giochi per una decisione evidentemente troppo ardita…

Senna inquinata e Paltrinieri a rischio per la 10 km alle Olimpiadi, Barelli: “Atleti vanno tutelati”

Paltrinieri è una persona per bene“.

Si limita a questa semplice battuta il presidente della Federazione italiana di nuoto quando l’inviato di TAG24 Michele Lilla gli chiede di commentare la possibilità concreta che Paltrinieri non gareggi nella 10 km in acque libere, prevista per il 9 agosto.

Un’eventualità, dunque, alla quale preferisce non pensare. Barelli si concentra, invece, su tutti i problemi e le polemiche che hanno portato fino a questo punto, a partire dal caso della nuotatrice belga Claire Michel, costretta al ritiro per un malore accusato pochi giorni dopo essersi allenata proprio nella Senna. La stessa Michel che oggi, 6 agosto 2024, su Instagram chiarisce di aver contratto un virus intestinale e non l’Escherichia coli, come si pensava inizialmente.

La sostanza, per il numero 1 del nuoto italiano, non cambia. E, sebbene usi toni più pacati rispetto all’attacco frontale dell’infettivologo Matteo Bassetti, anche Barelli si scaglia contro “gli organizzatori francesi e la città di Parigi che, nel tentativo di dare un’immagine di balneabilità della Senna, hanno fatto il proverbiale passo più lungo della gamba, dimenticando l’obiettivo principale dei Giochi Olimpici:

“Le Olimpiadi sono un grande spettacolo mediatico ed economico ma la cosa più importante è tutelare gli atleti. Le Olimpiadi le fanno loro e tutto, compreso il circuito mediatico, deve seguire solamente i loro interessi specifici”.

Una scelta ardita, ci tiene a sottolineare il capogruppo di Forza Italia, non solo dal punto di vista igienico-sanitario ma anche da quello tecnico poiché anch’esso rischia di essere falsato. La Senna, infatti, è caratterizzata da correnti e questo significa, spiega Barelli, che per una parte è come se si nuotasse in discesa mentre in un’altra in salita. “È un altro sport“, chiarisce ribadendo che “non è mai stato provato in nessuna competizione“.

Resterà presidente della Federnuoto? “Se le società lo vorranno”

Polemiche olimpiche a parte, a Barelli viene chiesto anche se resterà al vertice della Federazione di Nuoto. Domanda alla quale prima risponde con una battuta, dicendosi disponibile “se le società lo vorranno” ma che altrimenti avrebbe anche “altre cose da fare.

Diventa più serio, poi, quando ricorda i “risultati enormi” conquistati dal nuoto italiano sotto la sua presidenza, facendo un paragone con il passato:

“Ai tempi miei, per i miei nuotatori andare in finale in un Campionato Europeo era il massimo. Adesso, invece, se portiamo a casa ‘solo’ cinque o sei medaglie olimpiche significa che siamo andati male“.

Non solo merito suo, ovviamente. Barelli conclude spiegando che questi successi hanno portato la Federnuoto azzurra a imporsi “come esempio nel mondo” e sono stati il frutto “del lavoro delle società” e “di un sistema che si è imposto a livello mondiale“.