Le aspettative nei confronti di Marcel Jacobs, dopo la medaglia d’oro arrivata a Tokyo 2020, erano altissime. Il campione di atletica però non è arrivato in forma ai suoi ultimi 100 metri e nonostante tutto è riuscito a correre sotto i 10 secondi. “Ho fatto un’ottima partenza e ho cercato di spingere fino alla fine” ha detto al termine della gara più veloce di sempre. “Gli altri correvano fortissimo e io ho dato il massimo. Sono un po’ deluso perché sentivo che c’era la possibilità di vincere una medaglia” ha sottolineato sui social. Le Olimpiadi non sono però finite qui e adesso dovrà dare il massimo nella staffetta 4×100. Ma il risultato di Jacobs alle Olimpiadi di Parigi è stato davvero deludente? L’ex campione del mondo, Carlo Simionato, interviene in esclusiva a Tag24.
Jacobs deludente alle Olimpiadi di Parigi? Simionato a Tag24
D: Jacobs si è qualificato al quinto posto in queste Olimpiadi di Parigi 2024 nei 100 metri, un risultato soddisfacente o si aspettava qualcosa di più?
R: Chi si aspettava qualcosa di più, evidentemente, non conosce bene questo sport e non è un addetto ai lavori. Marcel viene da un anno abbastanza particolare, ha lasciato il suo vecchio allenatore, un tecnico molto capace, e si è messo sulle spalle un carico piuttosto pesante. Ha passato un anno difficile ed è arrivato alle Olimpiadi dopo risultati non eclatanti. Nonostante tutto però ha fatto vedere di essere all’altezza dei numeri uno. Finire una gara con 9,85, a 4 centesimi da una medaglia e avendo migliorato il risultato della batteria, mi fa pensare che questo ragazzo può avere benissimo un 10 in pagella. Manca la lode solo perché non è arrivato a medaglia. Adesso non deve riscattarsi, ma può aiutare i propri compagni nella 4×100.
D: Risultato raggiunto con una condizione fisica non ottimale. Quanto ha influito ai fini del quinto posto?
R: Sinceramente queste sono cose interne che io non posso commentare perché non conosco esattamente cosa ha avuto. Mi sembra però che abbia reagito alla perfezione e mi auguro che non sia nulla di particolare, perché la 4×100 ha assolutamente bisogno di un elemento come Jacobs.
D: A proposito di questo, nella 4×100 possiamo ambire a medaglia?
R: La 4×100 è come giocare alla roulette perché ci sono delle variabili ampie. La squadra italiana viene da una delle scuole migliori, o comunque tra le prime tre nel mondo. Sono un ex staffettista e ho vinto una medaglia mondiale, so bene cosa vuol dire preparare questo tipo di gare. Si tratta di quattro atleti che cercano di far viaggiare un bastone più velocemente possibile. Vedo grande affiatamento, anche se non è necessario, ma serve soprattutto spirito di abnegazione nei confronti della Nazione che rappresenti. Sulla carta possiamo raggiungere un ottimo risultato, ma le variabili faranno la differenza.
D: Quanto è incredibile il fatto che nella gara di due giorni fa, tutti gli atleti siano scesi sotto il muro dei 10 secondi?
R: Nel 1991 feci a Tokyo la mia ultima gara internazionale e lì ci fu una delle gare più veloci mai corse dai centometristi. Ora sono addirittura migliorati. Jacobs aveva già raggiunto questo risultato con grande merito e dobbiamo credere che gli altri atleti si siano allenati per fare lo stesso. Ho passato gli anni del doping, e oggi non sono all’interno del mondo dell’atletica per poter vedere come ci si sta muovendo, ma voglio essere garantita. Qualcuno ha espresso dei dubbi, ma io penso sempre che questi ragazzi abbiano un’altissima preparazione. Solo così si possono ottenere risultati del genere.
Il momento dell’atletica
D: L’atletica sta vivendo comunque un momento straordinario, ci sono nomi già affermati e giovani si grande talento. Come la vede?
R: Negli ultimi anni non credo sia stato fatto un lavoro particolare da parte della Federazione. Le nuove generazioni, sono cresciuti nelle proprie società di appartenenza, con allenatori che gli hanno inculcato lo spirito di sacrificio e fatica. Grande aiuto è arrivato anche da parte delle squadre militari, che danno assistenza tecnica, logistica e sostentamento economico. Nel momento poi in cui i ragazzi maturano, la Federazione fa l’ultimo step e gli dà la possibilità di gareggiare a livello internazionale. I numeri iniziano ad essere importanti e basta vedere quanti ragazzi e ragazze abbiamo portato alle Olimpiadi di Parigi.