Tutti, ma proprio tutti commentano il caso, ormai non più solo sportivo, del momento. Adesso tocca a Maurizio Gasparri dire la sua su Imane Khelif, la pugile intersessuale il cui incontro con l’italiana Angela Carini alle Olimpiadi di Parigi 2024 ha sollevato un polverone di polemiche, fake news e commenti quantomeno discutibili.
E il senatore di Forza Italia non la tocca di certo piano, parlando di un eccesso di tolleranza che finisce col penalizzare le donne, arrivando a citare anche il laboratorio di Lipsia della Germania comunista…
Olimpiadi Parigi 2024, Gasparri sul caso di Imane Khelif cita il laboratorio di Lipsia: “Intersessualità diversa dal doping, però…”
Gasparri si aggiunge, dunque, alle già numerose voci che si sono levate sulla questione, una delle più dibattute e polarizzanti di questi Giochi Olimpici 2024. A partire dai commenti a caldo della premier Meloni e del presidente del Senato La Russa, a sostegno della pugile italiana Angela Carini dopo il suo ritiro nell’incontro valido per gli ottavi di finale della categoria welter.
Ai cronisti, tra cui l’inviato di TAG24 Lorenzo Brancati, Gasparri dice che quanto accaduto è “penalizzante per le donne“, riferendosi a “tutta questa tolleranza” che finisce col mettere le donne in una condizione id svantaggio.
Il senatore azzurro dice che spetterà agli organi sportivi competenti il compito di mettere mano ai regolamenti ma poi affonda il colpo e, con quello che nella boxe sarebbe un vero e proprio ‘diretto’ (o ‘jab’) argomenta il suo ragionamento arrivando a citare il laboratorio di Lipsia.
Per chi non lo sapesse, si tratta di un laboratorio sperimentale della Germania Est nel quale il regime comunista sottopose, negli anni ’80, gli atleti a quello che passò alla storia come un vero e proprio caso di ‘doping di Stato’. L’obiettivo era potenziare gli atleti oltre ogni limite per farli prevalere nelle competizioni internazionali contro i loro avversari dell’Occidente, approfittando di un antidoping che il senatore descrive come “meno attento di oggi“.
Con questo riferimento, Gasparri intende sottolineare che “da sempre nello sport ci sono situazioni borderline” e, pur puntualizzando che “il doping è diverso dalla intersessualità“, aggiunge di non sapere però “quali siano i confini che occorre disciplinare“:
“Altrimenti aboliamo le barriere, con gare aperte a tutti. Ma immagino che le donne avrebbero uno svantaggio in tutte le specialità e non sarebbe giusto”.
Il senatore alle autorità sportive: “Servono regole più chiare”
Gasparri dice di non sapere se quanto riferito dal presidente del Coni Giovanni Malagò, relativo alle pressioni subite da Angela Carini da parte della Iba (la federazione mondiale di boxe, presieduta dal russo Umar Kremlev), corrisponda o meno a verità.
Tuttavia, si dice perplesso dal fatto che, su questa vicenda, ci siano “criteri di valutazione diversi in alcuni tornei piuttosto che in altri“.
Chiede, dunque, che i vertici dello sport internazionale si impegnino per regolare “in maniera più chiara” vicende di questo tipo.