Parole che avrebbero fatto piacere molto probabilmente a Silvio Berlusconi o Bettino Craxi, quelle pronunciate oggi, 6 agosto 2024, a Roma dall’ormai ex governatore della Liguria Giovanni Toti, sul rapporto tra politica e magistratura.
Toti è giunto nella Capitale per discutere con gli alleati dei nuovi assetti e, magari, del possibile candidato per le prossime elezioni regionali in Liguria. Tuttavia, inevitabilmente, ha finito per parlare della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto e che lo ha costretto alle dimissioni e lo ha fatto con parole pesanti sui rapporti, a suo dire sbilanciati, tra i due poteri dello Stato.
Toti a Roma, l’attacco alla magistratura e alla ‘sudditanza’ della politica: “Rivedere leggi su finanziamento pubblico e immunità”
Toti annuncia che si godrà qualche giorno in famiglia dopo la revoca degli arresti domiciliari a seguito delle sue dimissioni ma, per ora, non c’è tempo da perdere. Il centrodestra deve, infatti, rimettersi in sesto in Liguria dopo il duro colpo dell’inchiesta che ha colpito l’ex presidente, accusato di corruzione.
Da qui il viaggio a Roma dove Toti viene intercettato dai cronisti, tra cui l’inviato di TAG24 Michele Lilla. Ma, prima dei ragionamenti su alleanze e candidati, l’ex governatore coglie l’occasione di poter parlare liberamente davanti ai giornalisti per togliersi ben più dei consueti ‘sassolini’ dalla scarpa sulla vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto.
Un caso su cui Toti si augura che “la politica si interroghi a lungo“, magari già a partire da quella riforma della Giustizia portata avanti dal ministro Carlo Nordio, perché la situazione è grave, con quello che lui definisce uno “squilibrio” evidente e sempre più marcato tra politica e magistratura, in favore di quest’ultima.
Toti parla di leggi “equivocabili e sibilline” su temi quali il finanziamento pubblico ai partiti e voto di scambio, fatte da una politica “intimidita da 30 anni di populismo e di inchieste“. Cita, poi, il caso di Matteo Salvini, sotto processo per sequestro di persona nel caso Open Arms dell’agosto 2019, per aver illegittimamente negato l’approdo a Lampedusa a 147 profughi, privandoli della libertà personale. “Una cosa surreale per un Paese normale e civile“, commenta Toti, per lanciare poi il suo affondo, chiedendo un ampliamento dell’immunità:
“Io credo che, francamente, servirebbe un allargamento dell’immunità anche a sindaci e governatori. Non è per Toti, per Rossi, per Bianchi o per chi incarna quella carica in quel momento. È una protezione del mandato popolare che è stato affidato. Una cosa che la divisione dei poteri prevedeva prima di Mani pulite”.
Le elezioni regionali in Liguria e l’incontro con gli alleati: “Bello rivedere degli amici”
Venendo, poi, alla più stringente attualità politica, l’ex governatore affronta il tema delle elezioni regionali in Liguria, motivo principale della sua visita nella Capitale e degli incontri con gli alleati di centrodestra, da Salvini della Lega a Noi moderati, fino a Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia e Maurizio Gasparri di Forza Italia.
“Tanti amici“, dice Toti ai cronisti, confermando che i vertici serviranno ad aprire un discorso sulla campagna elettorale in Liguria. A partire dal nome del candidato che sembra essere quello di Edoardo Rixi, in pole position insieme ad Andrea Orlando del centrosinistra nella sfida per la regione.
L’ex presidente conferma la “massima stima” nei suoi confronti ma dice di comprendere i suoi dubbi, visti i “molti impegni” di Rixi come viceministro delle Infrastrutture.
Della questione, Toti ha avuto modo di parlare in primo luogo con Maurizio Lupi, leader di Noi moderati che ai giornalisti presenti, pur senza fare nomi, ribadisce la necessità di “scegliere il miglior candidato” per “rivendicare il buon governo della Regione Liguria“ da parte del centrodestra.