Non si ferma la furia degli ospiti del Cpr di Potenza, sebbene le forze dell’ordine siano riuscite ad arginare le rivolte e il caos esplosi dopo la morte di un 19enne, nel pomeriggio di ieri, 5 agosto 2024. Ancora arrabbiati i cittadini africani all’interno del Centro per il Rimpatrio di Palazzo San Gervasio, che hanno denunciato il decesso del ragazzo per “mancanza di assistenza dopo un pestaggio“.

Sedate le rivolte al Cpr di Potenza: avviate le indagini sulla morte del 19enne

Sono esplosi intorno alle 21 i roghi, appiccati dagli stessi ospiti della struttura, che hanno tenuto impegnati i vigili del fuoco per quasi tutta la notte. Eppure, la notizia della morte del giovane 19enne ha creato non poco scalpore, soprattutto dopo alcune dichiarazioni degli altri ospiti della struttura.

Secondo gli altri migranti, infatti, il ragazzo sarebbe stato lasciato morire, senza cure mediche dopo un pestaggio avvenuto all’interno del Cpr di Palazzo San Gervasio. Una questione sulla quale le forze dell’ordine hanno deciso di aprire un fascicolo di indagine.

Obiettivo, dunque, sarà quello di stabilire le esatte cause della morte di Osama, giacché alcuni media riportano, invece, una versione totalmente differente, ovvero che a toglierli la vita sarebbe stato un malore, probabilmente, un infarto.

La rivolta è durata almeno 3 ore e ha richiesto l’intervento sul posto delle forze dell’ordine, cinque ambulanze e persino un elicottero del 118, oltre alle squadre dei vigili del fuoco.

Chi è il giovane 19enne morto al Cpr?

Si chiamava Belmaan Oussama. Aveva 19 anni e proveniva dall’Algeria. Questo è tutto ciò che rimane del giovane morto nel pomeriggio di ieri al Cpr di Palazzo San Gervasio. A dare le informazioni il procuratore della Repubblica, Francesco Curcio, in una conferenza stampa con i giornalisti:

Non è stato picchiato ma ciò non esclude alcuna fattispecie di reato, compresi l’omicidio doloso, colposo e un atto autolesionistico

Stando a quanto raccontato dal procuratore, il ragazzo era ospite della struttura dallo scorso 24 maggio 2024, tuttavia, alcuni giorni fa aveva tentato di suicidarsi ingerendo alcuni pezzi di vetro. Da qui, il ricovero d’urgenza presso l’ospedale San Carlo di Potenza:

Su di lui nel Cpr doveva esserci un controllo, ma al momento dei rilievi fatti ieri era presente un solo infermiere, deputato al controllo di 104 ospiti, e nessun medico. Oussama – che ieri mattina doveva sottoporsi a una terapia medica, ma non si è presentato, senza che però nessuno lo richiamasse – era in una stanza con altri tre trattenuti nel centro, nessuno dei quali si è preoccupato di assisterlo o controllare le sue condizioni, al punto che si può ipotizzare che l’ora della morte sia intorno alle ore 15 di ieri, ma è stata comunicata solo alle 18. Dai primi accertamenti, al Cpr non si è in linea con lo standard di sicurezza della salute che sia degno di uno Stato civile.

Psicofarmaci ai migranti: indagati 27 dipendenti del Cpr

Al momento la salma del 19enne è a disposizione del medico legale, incaricato di svolgere l’autopsia sul giovane. Tuttavia, ad alimentare la rabbia, però, dei migranti anche un’altra questione: la presunta somministrazione di psicofarmaci da parte dei dipendenti del Cpr.

Secondo le indagini avviate dalle forze dell’ordine, infatti, ci sarebbero 27 dipendenti iscritti nel registro degli indagati. Oggi, 6 agosto 2024, invece, sono esplose le polemiche. I capigruppo di AVS, Devis Dori e Filiberto Zaratti, membri delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali, hanno dichiarato:

Mentre nei Cpr si muore, oggi un diciannovenne a Potenza, la destra vota il nuovo reato di rivolta specifico per le strutture di “accoglienza”, in realtà centri di detenzione amministrativa. Questa modalità repressiva di affrontare i fenomeni sociali porterà solo conflittualità e più rivolte. Siamo indignati, tutta la destra si sta piegando al giro di vite leghista, nessuno nella maggioranza apre bocca

Dal canto suo, il sindaco di Palazzo San Gervasio, Luca Festino, ha affermato che il Comun non abbia mai intrattenuto dialoghi istituzionali riguardo gli accadimenti all’interno del Cpr, in quanto l’amministrazione non ha mai avuto canali di comunicazione istituzionali, e ha aggiunto:

Vedere il nome del mio paese alla ribalta delle cronache per fatti come questi ed altri, mi rattrista molto. La tutela della vita, in tutte le sue forme, è in assoluto la prima ragione dell’esistenza umana