Le proteste che da un mese si susseguono in Bangladesh, provocando decine di morti e di feriti, hanno costretto alle dimissioni della premier Sheikh Hasina che ieri, 5 agosto 2024, è fuggita in India. Al potere i militari con il capo dell’esercito, Waker-Uz-Zaman, che ha formato un governo provvisorio.
Ma qual è la situazione attuale nel Paese? Il presidente Mohammed Shahabuddin ha sciolto il Parlamento mentre gli studenti, protagonisti delle manifestazioni, hanno chiesto che sia il premio Nobel Muhammad Yunus il premier “provvisorio”.
Qual è la situazione attuale in Bangladesh? Crisi nel Paese
Dopo le dimissioni di Hasina, che ha posto fine a un governo durato 15 anni, oggi 6 agosto 2024 c’è stato un significativo sviluppo istituzionale, con il presidente Shahabuddini che ha deciso di sciogliere il Parlamento.
Una scelta arrivata poco dopo l’annuncio del rilascio dell’ex premier e leader dell’opposizione, Khaleda Zia, dopo diversi anni di arresti domiciliari.
Sempre nella giornata odierna il principale sindacato di polizia ha annunciato l’avvio di uno sciopero, che andrà avanti “finché non sarà garantita la sicurezza di ogni suo membro” .
La richiesta degli studenti: “Yunus a guida del governo ad interim”
Gli studenti chiedono che sia il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus a guidare un governo ad interim.
Nahid Islam, leader di Students Against Discrimination (SAD), ha dichiarato in un messaggio video che
“il premio Nobel di fama internazionale Mohammad Yunus, che ha un’ampia accettabilità, deve essere messo a capo del governo ad interim che sarà formato”.
Stando a quanto riportato dal quotidiano di Dacca The Daily Star, Yunus avrebbe accettato la proposta.
Intanto il ministro degli esteri indiano ha espresso “profonda preoccupazione” per ciò che sta accadendo in Bangladesh, mentre dall’India è arrivata la conferma ufficiale dell’asilo di Hasina a New Delhi.
Si aggrava il bilancio delle vittime degli scontri
Il bilancio delle vittime degli scontri, all’indomani delle dimissioni e della fuga della premier, è aumentato, arrivando a 400. La violenza nelle strade è ulteriormente cresciuta, nonostante militari e leader dei comitati studenteschi avessero lanciato appelli alla calma.
Tra lunedì 5 e martedì 6 agosto, almeno 99 persone sono morte, secondo un conteggio preparato dall’EFE: uno dei giorni più sanguinosi dallo scoppio delle proteste antigovernative.
Le manifestazioni sono iniziate all’inizio di luglio, dopo che la Corte Suprema ha ordinato al governo di ripristinare la quota occupazionale del 30% per i discendenti dei combattenti nella guerra di liberazione del 1971. I posti nella pubblica amministrazione sono pochi e molto ambiti: una mossa che quindi ha favorito i seguaci di Hasina.