Il 9 agosto 2024 è prevista una mobilitazione degli stabilimenti balneari italiani per protestare contro la mancanza di regole chiare sul rinnovo delle concessioni e l’introduzione delle aste di assegnazione. Questo sciopero, organizzato da Fipe Confcommercio e Fiba Confesercenti, prevede la chiusura degli ombrelloni per due ore, dalle 8:00 alle 10:00, come segnale di disappunto verso l’attuale governo guidato da Giorgia Meloni. Si tratta del primo sciopero degli stabilimenti balneari e quindi è a suo modo storico.

Sciopero stabilimenti balneari: le ragioni della protesta

I gestori degli stabilimenti balneari chiedono al governo un riordino normativo che elimini l’incertezza riguardante il rinnovo delle concessioni e introduca disposizioni che premi la continuità aziendale. La direttiva Bolkestein, che impone la messa a bando delle concessioni balneari, ha acceso le preoccupazioni tra gli operatori del settore, i quali temono di essere estromessi a favore di grandi imprese e multinazionali. Antonio Capacchione, presidente dell’Unione italiana imprenditori balneari, ha espresso il desiderio che le preoccupazioni dei concessionari siano ascoltate dal governo.

Sciopero stabilimenti balneari: date e modalità

Se il governo non fornirà risposte adeguate, i sindacati hanno programmato ulteriori giornate di protesta: il 19 agosto gli ombrelloni resteranno chiusi per quattro ore, dalle 7:30 alle 11:30, e il 29 agosto per otto ore, dalle 7:30 alle 15:30. Queste chiusure progressive sono destinate a incrementare la pressione sul governo affinché prenda provvedimenti concreti.

Qui il calendario completo degli scioperi di agosto 2024.

L’impatto della direttiva Bolkestein

La direttiva Bolkestein ha come tema centrale la liberalizzazione delle concessioni balneari: la diretta conseguenza è l’indizione di nuovi bandi pubblici da parte degli Stati. Questo ha generato timori tra i piccoli imprenditori, spesso famiglie che hanno investito i propri risparmi nella gestione degli stabilimenti balneari. Un esempio emblematico è rappresentato dalla multinazionale Red Bull, che ha acquisito 120.000 metri quadrati di litorale nel golfo di Trieste per 9 milioni di euro, trasformando l’Isola dei Bagni in un centro per la vela brandizzato Red Bull.

La richiesta dei sindacati

I sindacati chiedono al governo Meloni di mantenere le promesse fatte e di intervenire con un provvedimento legislativo che tuteli i piccoli imprenditori balneari. Inoltre, richiedono che venga riconosciuto un indennizzo economico a favore dei concessionari uscenti, considerando che le imprese hanno un valore aziendale significativo. La mancanza di una normativa uniforme ha permesso a ogni ente locale di stabilire regole di appalto in autonomia, creando disparità di trattamento tra diverse località.

Le richieste delle imprese balneari

Le imprese del settore chiedono al governo di intervenire per chiarire la normativa e salvaguardare il lavoro e le aziende del settore balneare italiano. In particolare, si chiede il riconoscimento del valore aziendale delle imprese e il diritto a una prelazione nelle assegnazioni delle nuove concessioni, come avviene in altri paesi europei come il Portogallo.

La situazione normativa e le prospettive

Nonostante gli interventi politici e le mappature delle coste, non è stato adottato alcun provvedimento concreto a difesa dei piccoli imprenditori. L’ultimo capitolo di questa vicenda è rappresentato dal Milleproroghe 2024, che ha esteso la validità delle concessioni fino alla fine del 2024, una decisione contestata dal Consiglio di Stato. Attualmente, i Comuni sono incaricati di bandire le gare, ma molti sono in ritardo a causa della mancanza di regole uniformi a livello nazionale.

Un esempio virtuoso è la Regione Toscana, che ha approvato una legge regionale fissando principi per nuove concessioni e criteri di premialità che valorizzano l’esperienza professionale dei concessionari attuali. Questa legge prevede anche un risarcimento per gli investimenti effettuati dai concessionari uscenti, garantendo una maggiore equità.

La mobilitazione potrebbe intensificarsi se non verranno presi provvedimenti adeguati. Le organizzazioni di categoria, infatti, si sono già incontrate diverse volte per discutere le azioni da intraprendere. Antonio Capacchione ha dichiarato che la mobilitazione non coinvolge solo gli stabilimenti balneari, bensì anche i concessionari demaniali, compresi ristoranti, campeggi e chioschi.