La costruzione del CPR (Centro per migranti) in Albania non è soltanto uno spreco di denaro pubblico, ma anche una figuraccia internazionale. E’ quanto continua a ripetere il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che nella sua Enews di oggi 6 agosto 2024 pubblica in anteprima un pezzo del vademecum che gli agenti penitenziari dovranno rispettare una volta che la struttura sarà operativa.

Non guardare dall’alto in basso i cittadini locali, ma soprattutto non toccare le donne albanesi: il terzo punto dell’elenco è subito diventato problematico, tanto che Renzi parla ormai di “commedia che non fa più ridere nessuno“.

Nel vademecum per gli agenti al CPR in Albania non si possono corteggiare donne albanesi. Renzi: “Situazione tragica”

Matteo Renzi diventa giornalista investigativo e nella sua Enews di oggi 6 agosto 2024 lancia uno scoop: agli agenti penitenziari che lavoreranno al CPR in Albania è consigliato di non corteggiare le donne locali, considerato che i loro mariti/fidanzati/compagni sono persone gelose e potrebbero reagire male.

Il pezzo di vademecum per le Forze dell’Ordine che Renzi ha pubblicato, sempre oggi, sul suo profilo X, riporta alla ribalta la vicenda del Centro per migranti, che negli ultimi tempi era finita un po’ sottotraccia. Nuovi annunci da parte del governo non ce ne sono state e così ci ha pensato il leader di Italia Viva a parlare in tono ironico della cosa.

“Guardare, ma non toccare”: il consiglio agli agenti si potrebbe riassumere così e sembra, purtroppo, che bisogna ancora una volta constatare come la donna non venga trattata come soggetto dotato di una propria volontà e capacità di agire, ma come di un qualcosa (un vero e proprio oggetto) di proprietà di un uomo, che si adira se gli viene tolto di mano.

Non sfugge, leggendo questo pezzo del vademecum, che c’è il rischio di parlare alle persone che lavoreranno in Albania di un paese che non esiste nella realtà, creato artificialmente nella mente di chi l’ha elaborato basandosi su stereotipi o su idee ormai superate.

A che punto è il CPR in Albania?

Il progetto per il centro per migranti in Albania ha, dal momento del suo annuncio, diviso la politica e l’opinione pubblica italiane in due campi ben distinti. Nel primo c’è chi difende l’idea, considerando che l’UE sta spingendo negli ultimi anni all’esternalizzazione per la gestione dei flussi migratori; nel secondo si pongono i critici, che non ritengono utile spendere così tanti soldi per la gestione di pochi migranti.

Il vademecum è solo l’esempio più partico della gestione del CPR, la cui costruzione è ancora in alto mare e non sarà pronto per la fine dell’estate, come aveva promesso Giorgia Meloni. Lo scontro con le opposizioni si è fatto anche fisico: agli inizi di giugno Riccardo Magi, leader di +Europa, si era presentato a Shengjin ed era stato allontanato malamente dal servizio di sicurezza albanese.

L’Albania, in poche parole, ha dato in affitto un appezzamento di terra all’Italia, che si sobbarcherà gran parte dei costi per costruire una struttura adeguata, formare le persone che ci lavoreranno e manutenere le navi che serviranno a trasportare i migranti fino alle terre albanesi.

Funzionerà? Vedendo la marcia indietro della Gran Bretagna con il “progetto Rwanda“, gli auspici non sono dei migliori.